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1.2.1. Una dimensione invisibile

You must be pushed, pushed, pushed!”. E’ uno slogan femminista, dice che gli uomini devono essere pressati, premuti, compressi. Ne intuiamo confusamente lo scopo e sentiamo anche che quelle parole rappresentano una vaga e indeterminata minaccia. Ma ‘pushed’ come? Con quali strumenti? Con quali metodi? Cosa c’è negli uomini che possa essere ‘pushed’? Dal momento che non può trattarsi del corpo quelle parole devono riferirsi a qualcos’altro, a qualcosa di invisibile, di immateriale. Deve trattarsi dell’anima, della psiche. E’ questa dunque che deve essere tre volte ‘pushed’? Tralasciamo la domanda del perché ciò debba avvenire e se sia bene o male che avvenga per concentrarci invece sulla questione del come sia possibile schiacciare un essere vivente senza toccarlo nel corpo. Perché ciò possa costituire l’obiettivo di un programma d’azione deve esistere una dimensione non fisica nella quale una simile operazione possa realizzarsi, deve esistere qualcosa di immateriale che possa essere colpito, appartenente ad uno spazio diverso nel quale agiscono forze differenti da quelle che siamo abituati a considerare tali, non spade e bastoni ma qualcosa d’altro. C’è da immaginare che in quel territorio vigano leggi diverse da quelle del mondo visibile nel quale ci pare di vivere, altre forme di comunicazione, altri modi di interazione, altri ignoti strumenti di potere. Forse altre regole ed altri princìpi. Un mondo invisibile che però deve avere profondi legami con quello della vita quotidiana, privata e pubblica, perché lo scopo del femminismo, il pensiero e l’azione delle donne occidentali, consiste appunto nel cambiare l’attuale stato delle cose trasformando gli uomini e le donne di tutto l’Occidente e, se gli sarà possibile, del mondo intero. 

Il femminismo parla, correttamente, di lotta delle donne per i loro diritti e definisce conquiste i risultati ottenuti confermando che si tratta di un conflitto, di una contrapposizione tra forze che si contrastano in un’arena particolare, in un campo di battaglia diverso da quelli tradizionali. Secondo ciò che stiamo dicendo, e che il femminismo conferma, deve esistere una dimensione nella quale si usano forze invisibili, dove si esercita un potere impalpabile ma pur sempre capace di governare quello visibile che coincide con la nozione che ordinariamente ne abbiamo, nel possesso della forza (la spada), della ricchezza (la borsa), del potere formale (la poltrona) e della conoscenza (il libro). Non sono però questi gli strumenti con i quali le donne sono riuscite ad ottenere ciò che hanno ottenuto. Esse infatti non tengono in mano alcuna di quelle armi salvo forse, ma solo parzialmente, l’ultima. Nonostante ciò hanno ottenuto grandi conquiste e, come affermano talvolta, hanno persino già vinto la partita. 

Consideriamo lo stato dei diritti riproduttivi maschili. La situazione è chiara, sulla decisione più importante (irreversibile) della loro vita gli uomini non hanno voce in capitolo. Le leggi, votate in tutto l’Occidente da assemblee composte in assoluta maggioranza da uomini, li espropriano di questo diritto fondamentale. Come si spiega? Se è vero che nessuno cede i suoi privilegi senza esserne forzato da dove viene la costrizione che i maschi hanno subìto? Qui poi non si tratta di un privilegio ceduto (che in effetti non era mai esistito) ma, fatto ancora più sorprendente, della costituzione originaria di una dipendenza totale dalle decisioni dell’Altra su un punto di capitale importanza. 

C’è qualcosa di straordinario in questo comportamento maschile, che, comunque lo si valuti, è profondamente autolesionista. Come hanno potuto le donne ottenere tutto questo? I deboli, le classi inferiori, le etnie minoritarie hanno sempre ottenuto i loro diritti con la lotta. Gli operai hanno conquistato diritti, garanzie e tutele con lo sciopero, le manifestazioni di piazza, il voto. Strumenti visibili. Lo sciopero è lo strumento fondamentale dei lavoratori da cui storicamente e logicamente gli altri sono derivati. Per ottenerlo in alcuni casi hanno lottato con le armi e con le armi sono stati combattuti. Tutto ciò è ragionevole perché chi detiene il potere non lo cede se non in quanto costrettovi, in un modo o nell’altro. 

Ma le donne non hanno usato alcuno di questi mezzi, a parte, talvolta, la discesa nelle piazze; non hanno imbracciato i fucili contro gli uomini e non hanno mai scioperato. Fatto sorprendente, non hanno nemmeno utilizzato il voto per ottenere nelle assemblee di ogni ordine quella maggioranza che pure avrebbero per ragioni demografiche. Hanno iniziato a votare dopo gli uomini ed hanno votato sempre per eleggere uomini. Solo negli ultimi vent’anni e solo in alcuni paesi il numero delle elette ha raggiunto quote ragguardevoli, attorno e sopra il trenta per cento. Solo ora iniziano ad eleggere se stesse e tanto più sorprendente appare dunque il fatto che le assemblee, tutte maschili, votino da mezzo secolo a favore delle donne e a proprio svantaggio come se una forza invisibile guidasse le mani dei maschi, talvolta in modo perfetto e con esiti stupefacenti. 

L’Assemblea Nazionale francese approvò all’unanimità la legge sulle quote elettorali, ciò indica che anche l’estrema Destra di Le Pen votò a favore. Possibile? Sembra che tutti, persino gli antifemministi dichiarati, abbiano subìto un’imposizione, una costrizione cui non hanno potuto sottrarsi come se una forza oscura ve li avesse costretti. La stessa cosa è accaduta in Italia sullo stesso tema.1 Poiché gli effetti di quella forza si vedono essa deve esistere. 

“Se gli uomini hanno tutto il potere, com’è che a dettare le regole sono le donne?”, è questo il lungo titolo di un saggio di Jack Hammer, attivista del movimento maschile anglosassone, che individua con precisione il cuore del conflitto e riformula in modo aperto la nostra domanda indicando al tempo stesso la sola possibile risposta.2 Deve esistere un potere diverso, sfuggente, immateriale al quale sono subordinati gli altri poteri e deve allora esistere una dimensione nella quale ciò accade. Sarà là, allora, e solamente là che gli uomini possono e debbono essere ‘pushed’.

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