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2.7.2 Ineffabile innocenza

Il femminismo condanna l’idea che le donne siano innocenti in quanto tali per la ragione, già considerata, che colui che è innocente in quel modo è inteso come irresponsabile e perciò privo di coscienza. L’espressione ‘donne e bambini’ le associa alla irresponsabilità dei minori negandone la coscienza e la pienezza umana. Un oltraggio. Così, mentre è necessario proclamarsi innocenti per poter giudicare il mondo, allo stesso tempo si deve negarlo per affermare la propria responsabilità e con ciò la propria piena umanità. La composizione di queste opposte necessità non è difficile giacché vi sono due tipi di innocenza, quella di colui che è incosciente e perciò innocente a prescindere dai suoi atti, chiamiamola innocenza ontologico-esistenziale, e quella che deriva dal non essere causa di eventi dannosi, innocenza storico-fattuale. Le donne rifiutano la prima e rivendicano la seconda come farebbero anche gli uomini se questa dissociazione fosse loro possibile, in altre parole anche le donne sono suscettibili di essere colpevoli tanto che lo sarebbero, se lo fossero, ma di fatto non lo sono. Ma essere storicamente non colpevoli significa appunto essere innocenti, ciò che fonda la potenza morale del femminismo.

D’altra parte una innocenza storico-fattuale che non abbia né inizio né fine, che si estenda dalle profondità del passato sino ai confini del futuro coincide appunto con l’innocenza ontologica e ciò è confermato dal fatto che non solo non si riesce a definire una colpevolezza femminile nel passato ma non si sa nemmeno come descrivere quella del presente e del futuro; non solo non siamo capaci di delineare una colpevolezza femminile reale ma neppure una possibile, per questo l’innocenza femminile è ineffabile. 
 
Un fotografo cortinese allestisce un album di foto osé e di filmati erotici con centocinquanta ragazze della media borghesia nordestina e viene incriminato: “Non ho violato la privacy di nessuna né costretto alcuna a spogliarsi contro la sua volontà”. Irrilevante. Ci si chiede perché chi sta davanti alla macchina fotografica non sia imputabile al pari di chi ne sta dietro e così si è tentati di pensare che i maschi siano responsabili di ciò che fanno e le femmine no, ed infatti non lo sono, tutt’al più possono essere definite delle stupide che si prestano gratuitamente a rendere beati i primi.i Se dunque le donne non sono colpevoli come possono negare di essere innocenti?


i “Il Gazzettino”, 29.12.1998, prima pagina. L’appellativo ‘stupide’ è usato nel commento da Alessandra Graziottin. Lasciamo stare la questione se fotografare donne nude sia reato nell’era dello smutandamento universale.

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