Top Slide Menu

2.7.10 Amorcontabile

Il disvelamento del processo di colpevolizzazione si ritorce contro il colpevolizzatore giacché lo tradisce come operatore di una colossale manipolazione, manovra che, in tutta buona fede, negava anche a se stesso. Perciò le donne restano stupefatte e scandalizzate di fronte a questa rivelazione e, sentendosi controcolpevolizzate, giurano che quello non è il loro scopo. La GNF infatti legge se stessa come il racconto della verità storica che in quanto tale non può essere negata, di conseguenza se anche si dovesse tradurre in storia della colpa maschile e dovesse significare una sorta di colpevolizzazione sistematica e permanente degli uomini, nondimeno, poiché della verità si tratta, non può e non deve essere taciuta. Il principio sembra inattaccabile dal momento che tutti ammettiamo che della verità non si deve avere paura e che non debba mai essere negata ma raccontata, suggerita, gridata. Se nell’ascoltare la verità femminile gli uomini “si sentono” colpevolizzati e umiliati questo non è un buon motivo per tacerla, così si pensa.

Perché dunque non ricordare ogni mattina all’ultimo della classe la sua incapacità, la sua inettitudine, perché non fargli presente ogni ora il peso che rappresenta per l’intera scolaresca? Perché non ricordare ogni giorno al bullo, prima dell’avvio delle lezioni, i danni che ha prodotto sin dalla prima elementare, i costi sopportati dalla collettività a causa del suo comportamento, le perdite di tempo, le ferite e le paure recate ai compagni? Perché non far memoria al nostro dirimpettaio, ogni volta che lo incontriamo, dei danni che suo nonno provocò con il mozzicone di sigaretta nel lontano 1959? L’Africa non ha prodotto niente di paragonabile all’Europa in fatto di filosofia, di scienza, di tecnologia e, alla fin fine, nemmeno di arte. Perché dunque non lo ricordiamo ogni giorno ai nostri consimili di colore? Perché non rammentare loro questa inoppugnabile verità? 

Perché non salutare i turisti tedeschi con un promemoria che li avverta: “Non dimenticate Dachau!”? Perché non collocare davanti al letto di un lungodegente un cartello che gli ricordi i costi sostenuti, le rinunce imposte e nel contempo la sua inutilità, il suo parassitismo? Perché insomma non ricordare ogni giorno a coloro che ci hanno danneggiati il male provocato e, specularmente, ai nostri beneficiari il bene ricevuto? Perché non rammentare quotidianamente ai nostri figli i sacrifici che ci sono costati, le rinunce, le notti insonni, il costo dei medici e dei libri e perché non tenere un elenco aggiornato dei benefici ed affiggerlo sulla porta della loro camera? Se ad ogni incontro ricordassimo al prossimo il male che ci ha fatto e i benefici che ha ricevuto ogni convivenza diverrebbe impossibile. Quel che nessuno di noi farebbe contro vicini e colleghi e meno ancora contro gli amici e i figli, questo ricordare senza fine le loro colpe e i sacrifici compiuti, questo agire che riteniamo indegno e che sarebbe dirompente perché lacererebbe ogni relazione è praticato ogni giorno da mezzo secolo contro gli uomini in tutto l’Occidente. Quel che nessuna madre e nessuna donna oserebbe fare contro i figli o l’amante, questo processo è la struttura fondamentale del rapporto morale tra i Generi da due generazioni. 

Una pioggia battente di rimemorazione senza fine, una permanente rievocazione delle responsabilità maschili colpisce senza sosta gli uomini occidentali in un processo che, usando tutto il Passato, tutto l’Altrove e tutto l’Attuale, è divenuto universale e senza confini. Davanti agli uomini, a fronte dell’elenco dei mali inferti, sta l’incomparabile lista dei benefici ricevuti in tutte le forme e in tutti i contesti, oggetto di una contabilità scrupolosa e pignola cui nulla sfugge. Una partita doppia universale, un calcolo infinito, preciso e sempre aggiornato, presentato quotidianamente davanti agli occhi, cioè al cuore, degli uomini d’Occidente. Annichiliti, vorremmo distogliere lo sguardo da questo scenario perché non si può tollerare che chi ha dato tenga conto di ciò che ha donato e chi ha subìto usi questo male per un ricatto senza fine contro il colpevole. Contro l’innocente, contro colui che non ha altra colpa che quella della sola appartenenza. 

Una nuova creatura, dalle fattezze stupefacenti è dunque apparsa nelle terre occidentali, l’Amor Contabile. E’ l’amore che tiene conto di ogni cosa che fa, che calcola tutto quello che dà. L’amore per cui è sacrificio ogni gesto compiuto per l’Altro, rinuncia ogni scelta fatta con l’Altro, privazione ogni vicinanza con l’Altro. Compensazione ogni dono, risarcimento ogni regalo. E’ quell’amore che sempre ricorda i suoi gesti e mai dimentica di farli ricordare, rammenta agli uomini il costo di ogni poppata, di ogni camicia, di ogni nottata. E’ l’amore che non dimentica. Amorcontabile.

0 commenti:

Posta un commento

I messaggi anonimi non verranno pubblicati.
Inserire Nome nell'apposito campo