Top Slide Menu

3.7 LA DISTRUZIONE DEL PADRE

Benché oggi sia difficile per tutti noi assegnare alla paternità, alla funzione generativa e alla filiazione maschile, intese sia in senso proprio che figurato, il valore che ad esse compete, nondimeno esse occupano un posto centrale nell’espressione delle caratteristiche maschili dei singoli individui e nell’economia delle civiltà, dal piano strettamente biologico sino a quello simbolico. La nostra difficoltà nel sentirne il valore è conseguenza di un processo che dura da lungo tempo e che negli ultimi decenni è giunto a compimento. La distruzione della paternità e della figura del padre, del loro valore, sotto ogni riguardo, è ormai conclusa; di quella disintegrazione morale è pervaso il sentire comune e noi tutti ormai condividiamo, persino contro la nostra volontà, quel sentimento medio universale che ha posto la funzione paterna al di fuori della scala dei valori. Tanto avanti si è spinto il processo e a tal punto è giunto il “progresso” che il termine stesso ‘paternità’ suona datato ed evoca tempi e condizioni sociali lontane e irrecuperabili e alla parola ‘padre’ associamo ormai spontaneamente l’attributo di “padrone”. Niente palesa tanto chiaramente la centralità di una funzione quanto gli attacchi che le vengono rivolti e nel conflitto dei sessi il ruolo e la posizione del padre dovevano essere sminuiti, screditati ed infine distrutti. Un annientamento necessario.

0 commenti:

Posta un commento

I messaggi anonimi non verranno pubblicati.
Inserire Nome nell'apposito campo