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4.3.2 Una dura lezione

E’ dunque accaduto qualcosa di irreversibile nel senso che le donne non accetteranno mai più di diventare le serve degli uomini, questa verità incontrovertibile ne nasconde però un’altra, il fatto che anche gli uomini hanno imparato molte cose nuove e sorprendenti sul mondo, sulle donne e su se stessi. Hanno imparato a riconoscere le armi invisibili usate in questo conflitto, cosa significhi vivere nella dipendenza emotiva e nella subordinazione morale, vedere i propri sentimenti oltraggiati, la propria passione strumentalizzata, il proprio valore distrutto. 

Hanno visto usare contro di essi la loro parte migliore, la Cavalleria, sfruttata in quanto utile e denigrata perché inarrivabile apprendendo la dura lezione dei Cavalieri abbattuti da coloro che stavano proteggendo. Hanno visto coloro che gridavano “Io decido della mia vita” imporre ad essi la paternità, il matrimonio, la separazione, il monopolio del se, del quando, del quanto, del come nei rapporti sessuali, l’umiliante elemosina, la speculazione sui loro affetti e sulla loro fede, il mercimonio istituzionalizzato. Hanno assistito al sequestro dei loro figli e alla confisca dei loro beni. Hanno visto le loro opere macchiate dalla “deformazione maschilista”, il loro lavoro trasformato in “saccheggio della natura”, il loro suicidio “incapacità di vivere”, le loro malattie “effetto della loro trascuratezza”. Il loro corpo deriso, la loro anima occupata. Hanno subìto la violazione della loro mente con l’imposizione della Neolingua, l’ingiuria di vedere la radice del loro nome trasformata in quella del male. Hanno subìto la domesticazione dei loro istinti, negati, la mansuetizzazione delle loro pulsioni, schernite. 

Hanno visto i loro padri assimilati ad un’associazione a delinquere e derubati del passato, la sola dimensione della loro possibile esistenza e la cui opera gigantesca, già motivo di ammirazione e riconoscenza, è diventata fonte di invidia come se fosse vero che “L’odio si suscita così facendo del male come del bene” indifferentemente.i Hanno visto scomparire ogni confine e definire di volta in volta, e sempre dopo, il valore dei loro gesti e delle loro parole. Divenuti molestatori e stupratori a loro insaputa, a prescindere dal loro comportamento, ad onta delle loro intenzioni, hanno visto negare la loro volontà e falsificare il loro racconto sino al punto di diventare essi stessi incapaci di pensare in qual modo potrebbero venire offesi e oltraggiati, sino al punto di non saper più dire cosa vi sia di sacro nella loro anima e di diventare essi stessi i primi denigratori della maschilità. Hanno scoperto che la fine del bisogno è la fine dell’amore. Una dura lezione. 

L’altra faccia di quell’irreversibilità è costituita da ciò che gli uomini hanno capito e capiranno, quella che deve ancora venire e di cui queste parole rappresentano niente più che i prodromi, le prime avvisaglie. L’irreversibile che accadrà è la lezione che gli uomini stanno apprendendo nella morsa dell’angoscia, nel travaglio di una nuova coscienza, nell’amarezza dell’ultimo disinganno. Il femminismo non sta solo insegnando loro “a comportarsi a letto come persone” ma anche a capire quale fosse la fonte di quell’amore, quale sia il loro presente e quale futuro si stia preparando per essi. La fine dell’era della prevaricazione e dell’universale usurpazione è anche la fine di una illusione e di una millenaria dipendenza divenuta oggi soggezione morale totale. E’ la fine del Senso in quanto proveniente dall’Altra, l’inizio di una nuova era di libertà fondata sul rifiuto di ogni miraggio e sulla lucidità di un nuovo disincanto.

i In parafrasi Il Principe, XIX, 12. Testuale: “E qui si debbe notare che l’odio s’acquista così mediante le buone opere, come le triste”. Osserva Cesare Brivio (comunicazione personale dell’agosto 2002) che questa condanna radicale della storia non nasce, come si potrebbe credere, dalla considerazione che tutto ciò che accadde fu male, che il Tutto fu un universale delitto ma dal fatto che una storia vi fu, che vi fu qualcosa anziché il nulla. Le implicazioni di una simile intuizione non possono però essere esaminate in queste pagine.

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