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3.2b.2 la fatica e il rischio

Nel tentativo di rintuzzare lo smottamento del Senso che li colpisce, gli uomini ricordano che ancor oggi, nonostante l’enorme sviluppo della tecnica e l’impiego universale delle macchine, restano tante attività nelle quali solo essi possono essere impiegati e precisamente i luoghi della fatica, della sporcizia e del rischio. Tutta l’edilizia e tutti i cantieri (nei quali lavorano ancora un milione e mezzo di operai), il mare, le cave e le miniere (che non sono scomparse) e tutta l’industria pesante, i trasporti e le officine e ogni altro luogo dove ci sia da mescolare sudore, polvere, fango e sangue. Con ciò essi cercano, con il groppo alla gola, di rappresentare agli occhi delle donne e di se stessi la loro permanente utilità, il sacrificio che ancora compiono a vantaggio di tutti e quindi il loro valore e la loro importanza. Ma due fattori demoliscono alla radice questa attesa. Il primo consiste nel fatto che l’avanzamento della tecnica promette la progressiva scomparsa di ogni tipo di fatica assimilando così il lavoro muscolare alla mera attività delle macchine, il secondo nel fatto che incombe su chi può l’obbligo di fare ciò che l’altro non può e le donne non possono certo andare nelle cave e nelle ferriere.

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