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2.3.11 Morte prematura

Gli uomini muoiono prima delle donne lasciando ad esse circa sette anni di vita. Questo accade in quasi tutti i paesi del mondo, ma non è sempre stato così, prima dell’avvento della società industriale la differenza era irrisoria (uno o due anni). Lasciamo stare ora se ciò dipenda dalla natura o dalla cultura per occuparci invece del tipo di interpretazione che ne viene data. Vivere di più è un vantaggio, diciamolo pure, un privilegio, tanto è vero che nella descrizione delle condizioni di vita nel passato o in quelle delle minoranze etniche e dei paesi del Terzo Mondo nel presente, si adotta appunto questo parametro per segnalare il divario con le classi, le etnie, i paesi privilegiati. Questa lettura è universale, ma, come deve necessariamente accadere, non si applica al caso della differenza che si riscontra tra i sessi. La premorienza dei maschi è uno dei temi più spinosi da trattare perché, se la GNF fosse vera, ci si dovrebbe attendere il contrario, perciò il dato risulta in qualche modo anomalo, in contraddizione con il racconto femminista e persino pericoloso in quanto lascia aperta una breccia all’ipotesi che siano forse le donne a godere di una condizione privilegiata.

Per evitare che gli uomini siano considerati vittime o possano pensarsi tali si deve procedere al rovesciamento dell’interpretazione. Nessuno penserà che la morte prematura degli afroamericani rispetto ai bianchi sia da imputarsi ad essi, al contrario, questo dato è appunto la prova finale della condizione di svantaggio in cui vivono; nel caso maschile vale il contrario e quelle stesse che là vengono considerate cause qui diventano effetti del comportamento degli interessati. La causa vera sta tutta nel loro modo di vivere, nel fatto che non si prendono cura di se stessi, che giocano con la vita, che trascurano la salute, che si usurano e si logorano senza motivo. Vengono talvolta considerate come concausa le malattie professionali e le morti sul lavoro ma anche questo fatto non può che riaffacciarsi come responsabilità maschile. Si intende comunemente che le morti sul lavoro e le malattie professionali siano tutte eliminabili, la loro persistenza derivando dal sistema socioeconomico vigente fondato e gestito dagli uomini. Il percorso delle argomentazioni, di fronte a qualsivoglia dato, può anche essere intricato e complesso ma conduce sempre al cuore del conflitto, la colpa maschile.

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