Top Slide Menu

4.3b.5 Imparare ad offendersi

Chi parla agli uomini del male-bashing e del men-pushing li trova sempre sorpresi e stupiti, persino i misogini impenitenti manifestano la loro incredulità di fronte alla descrizione delle cose quale emerge dalle prime balbettanti analisi che alcuni uomini stanno conducendo sulla loro condizione. Tutti minimizzano, fingono nulla e sorridendo chiedono: “Ma che importanza hanno le contumelie femminili? Ve la prendete per una battuta? Vi risentite per una barzelletta?” lasciando intendere che chi se la prende per così poco deve avere la coda di paglia, deve avere i suoi bravi problemi (è senza sesso, omosessuale, impotente). Non si offendono perché se ne vergognano, perché facendolo si riconoscerebbero feribili e feriti dalle parole femminili e perciò dipendenti. La misandria, come abbiamo visto, è un concetto ignoto, la sua stessa possibile esistenza risulta inconcepibile e quelle stesse forme di dileggio che verrebbero denunciate come oltraggiose se rivolte alle donne passano del tutto inosservate quando hanno per oggetto gli uomini. Sui rotocalchi, sui quotidiani, nei film, in pubblicità e fuori di essa, talvolta persino sulle pareti degli uffici si possono vedere scene, fotogrammi e vignette nelle quali si canzona ciò che è riferibile al maschile.

Gli uomini non si offendono perché se ne vergognano ed è perciò necessario che imparino a farlo e che lo insegnino ai loro figli, applicando a se stessi ed al loro proprio Genere quei princìpi che sempre adottano nel guardare all’altro e che incomincino ad ammettere che quel che offenderebbe una donna deve offendere anche un uomo e che quell’indifferenza, quella loro ostentata “superiorità” non li innalza ma li abbassa.

Sin quando non incominceranno a risentirsi e non impareranno ad offendersi, il pestaggio morale, la pulizia etica antimaschile, non si arresterà.

0 commenti:

Posta un commento

I messaggi anonimi non verranno pubblicati.
Inserire Nome nell'apposito campo