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4.1.8 Carrozzine

Il mio amico Mauro, ragazzo-padre, ha spinto per anni la carrozzina del figlio per le strade di questa città, a fronte alta e con fierezza; era orgoglioso di ciò che faceva e a ragion veduta. Il numero dei padri che portano i piccoli nei marsupi e che spingono carrozzine è aumentato a dismisura negli ultimi anni ed ha ormai soverchiato quello delle madri. Quando escono in coppia è lui che spinge, sistematicamente, come fosse suo compito esclusivo, come se agisse rispondendo ad un obbligo, quello di allontanare da sé un sospetto squalificante, il dubbio che egli appartenga a quella disonorata categoria di uomini, i padri di una volta, che non toccarono mai un seggiolino, onta da evitare come la peste.i C’è però un’ombra ad oscurare questi comportamenti talvolta persino ostentati con quel farsi avanti a prendere in mano la situazione: “Lascia fare a me!”
 
Un sospetto insopprimibile si insinua, è la conquista di uno spazio sin qui riservato al femminile o il cedimento al triplice ‘pushing’? E’ l’esercizio di un diritto o la sottomissione ad un obbligo? Chi è quell’uomo? Un protagonista o un esecutore? Ed in quest’ultimo caso chi è la mandante? Che si tratti di Gloria Steinem è il sospetto da fugare ma non sarà chiedendolo agli interessati che si potrà sciogliere il dubbio né interrogando quelle loro partner che li guardano compiaciute controllandone le mosse con la coda dell’occhio mentre parlano tra loro da donna a donna. Vincitori o vinti? Liberi o ricattati? “Finalmente” sussurrano le donne, “Era ora! Era ora!” gridano le femministe in un brivido di autocompiacimento. Burattinaie e burattini? “Già!   disse un giorno mia suocera   adesso spingono le carrozzine, sarà anche bene ma quelli non sono uomini liberi”, pregiudizio di una tradizionalista o intuizione dell’inconfessabile? Che siano maschi addomesticati, ammansiti, rieducati e vinti è un’ipotesi esclusa giacché il domato non si confesserà mai tale e la domatrice si sentirà oltraggiata dal solo sospetto perciò la verità interiore, la sola che conti, non potrà rivelarsi a questa generazione, potrà solamente essere illuminata in un lontano futuro dall’intuizione disincantata dell’intima natura dei fenomeni in corso. Rieducazione?

i “…genitore il cui genitore non era un esempio da seguire”, Maria Stella Conte, “La Repubblica”, 1.11.2003, p. 12.

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