Top Slide Menu

3.2c.4 Il primato del corpo

Il femminismo intende garantire alle donne gli stessi successi e la stessa gloria che sono stati sin qui appannaggio esclusivo dei maschi senza però pagarne il prezzo. Un simile intendimento viene sdegnosamente negato e bollato come offensivo benché non ci sia niente di più naturale, per ogni persona o gruppo umano, che il cercare di ottenere dei beni senza pagarne il costo. Ma la denigrazione del rischio e la connessa svalutazione del coraggio nascono da qualcosa di diverso e di più profondo perché vi sono due modi per ottenere ciò che si desidera, altro infatti è impegnare energie per un risultato certo, altro è investirle su uno incerto e improbabile. Non è detto che il secondo richieda sempre più risorse del primo ma è sicuro che esige un atteggiamento del tutto particolare nei confronti della vita, della propria vita
 
Se chiariamo quale sia il diverso atteggiamento psicologico che presiede ai due comportamenti capiamo perché le donne, pur riconoscendo a parole che bisogna pagare per avere, non possano sentire, nel profondo, l’assoluta necessità del rischio per la creazione, l’invenzione, la scoperta e cioè per il successo e la gloria. La chiave dell’enigma sta tutta nel ruolo del corpo, nel valore assegnato ad esso, alla sua incolumità e alla sua durata. Se il corpo è il supremo valore tutti gli altri gli saranno subordinati nel preciso senso che saranno al suo servizio e mai viceversa. Ma rischiare significa sempre mettere a repentaglio qualcosa e quel qualcosa in ultima istanza è il corpo. Tempo, risorse psicologiche ed economiche, salute ed infine la vita stessa, questi sono i prezzi del rischio. Perciò può rischiare soltanto quella creatura che non ha posto il corpo al di sopra dei suoi valori, solo colui per il quale esso è, alla bisogna, uno strumento per altri fini, un valore di secondo o terzo rango; se invece presiede la gerarchia ogni altra cosa diventa suo strumento e l’intera esistenza diventa l’esercizio di un calcolo per la sua salvaguardia
 
Di fronte al corpo dunque due sono le posizioni possibili: o esso è il primo valore o non lo è, le differenze nel comportamento saranno pure e semplici conseguenze di quel discrimine. La percezione del corpo come strumento, anziché come fine, sta all’origine tanto della temerarietà quanto del coraggio, tanto dell’incoscienza quanto della generosità, nonché di moltissimi altri caratteri (positivi e negativi) assegnabili ad un essere vivente. A rovescio, la collocazione del corpo in cima alla scala dei valori è la fonte da cui emanano tanto la cura, la manutenzione e la prudenza quanto il calcolo e l’egotismo. Ora, cura e manutenzione sono da sempre due attribuiti delle donne, due elementi fondanti del ruolo storico femminile in tutte le epoche che, una volta tanto, la GNF non ha sconfessato, anzi ha rivendicato come contributo essenziale alla salvezza del mondo.

Solo un rovesciamento di quella gerarchia può liberare il soggetto dalla pulsione al calcolo lanciandolo verso la follia del rischio, del dono, della perdita di sé. Un sovvertimento inconcepibile che non può rientrare nei progetti del femminismo il quale infatti procede nella direzione opposta incrementando senza fine la richiesta di tutele, protezioni, garanzie, sicurezze e certezze e denunciando ogni incidente come esito della noncuranza e del disinteresse per quella vita che è generata dal grembo femminile. Alla luce di questa prospettiva diventa chiara la fonte della lotta contro il rischio, della svalutazione del coraggio (bollato come stupidità) e della pluridecennale campagna di irrisione dell’eroismo. Ogni cosa che esiste è figlia di una stupefacente proporzione di fallimenti ed è generata da una sovrabbondanza che ha del divino, alcuni lo chiamano Dono Fallico, ma quando non si può nemmeno pensare di fare quel che l’Altro fa con naturalezza e d’istinto, non resta che deprezzarne l’azione, giacché l’uva non è mai abbastanza matura agli occhi di quella volpe che non riesce ad agguantarla.

0 commenti:

Posta un commento

I messaggi anonimi non verranno pubblicati.
Inserire Nome nell'apposito campo