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3.2b.1 Il romanzo d’amore

Scriveva La Rochefoucauld che probabilmente ben pochi si innamorerebbero se non avessero mai sentito parlare dell’innamoramento. Vera o falsa che sia quest’affermazione, è certo che in quel fenomeno gioca un ruolo pesante la culturalità, l’artificio, o, come dicono i sociologi, la ‘costruzione sociale’ dei sentimenti e delle passioni. L’ipotesi è confermata dal fatto che nelle culture non occidentali un simile fenomeno è quasi del tutto sconosciuto benché esista una predisposizone naturale al suo sbocciare. Pur di origine occidentale esso è di facile attecchimento, come attestato dalla prontezza con la quale si è diffuso e si diffonde (come esito dell’occidentalizzazione) in paesi nei quali era ignoto come ad esempio il Giappone prima e la Cina modernizzata oggi. Sono poi evidenti la precisa rispondenza e la perfetta consonanza al sentire femminile di questo fenomeno pur eminentemente culturale. L’innamoramento è la fiamma che scalda una stagione della vita e che trasporta nella dimensione del sogno una relazione altrimenti chiusa nel regno del calcolo e delle consuetudini. Innamoramento, corteggiamento, prime nozze, luna di miele e prima maternità formano una collana che, ad onta del femminismo, quasi ogni donna occidentale ancora sogna di indossare. Questa grande avventura del sentimento presuppone la presenza del maschio il cui ruolo sembra insostituibile, benché sia profondamente diverso da quello femminile. Non è questa la sede per analizzare la natura del corteggiamento, cosa comporti e cosa nasconda, è sufficiente considerare il significato del termine per intuire che quello maschile è un ruolo subordinato, subalterno ed ancillare. La corteggiata è lei, non lui.

Quanto al matrimonio, voluto dalle donne, e alle relative nozze che vedono la sposa competere nei fasti con una principessa, il ruolo maschile è palesemente ausiliario e complementare. Al matrimonio segue la luna di miele e quindi la stagione da ‘sposa’ cui succedono la gravidanza e la prima maternità. In ognuno di questi momenti la donna figura al centro dell’attenzione, delle cure e dei riguardi del partner, sognata dagli altri e guardata con invidia tanto da parte di quelle che hanno già vissuto quei momenti quanto da quelle che si attendono di viverli. Splendida di bellezza, desiderata e invidiata, carica di potenza e di valore vive alcuni anni di sogno che hanno il solo difetto di non durare. Tutto ciò richiede la presenza di quella sponda indispensabile alla realizzazione, e prima ancora al vagheggiamento, di un simile incanto, il maschio, pianeta che ruota ammirato e devoto attorno allo splendore di una stella abbagliante. Nato il primo figlio e realizzato ciò che natura e società insieme si attendono, chiusa la stagione della gloriosa centralità assoluta femminile, anche il ruolo satellitare del partner perde consistenza, sbiadisce e si spegne. Non stupirà sapere che la prima soglia del divorzio coincide con gli anni immediatamente successivi alla nascita del primo figlio (benché le separazioni si impennino dopo il secondo).i

E’ chiaro dunque quale sia il ruolo maschile nel romanzo d’amore ed è evidente che egli vale ed è importante dal momento in cui e sino a quando la donna è al centro del mondo. Qui gli uomini non sono inutili, lo sanno gli uni e lo sanno le altre, tanto che da nessuna innamorata verrà mai la domanda: “A cosa servono gli uomini?”. Qui risiede un’utilità che il genere maschile probabilmente non perderà mai perché difficilmente le donne occidentali rinunceranno a questa stagione favolosa e questo è un residuo di valore che ai maschi non potrà esser negato. Certo, si tratta di un valore riflesso, derivante dall’utilità, ma in ciò non diverso da quello che ogni forma vivente (uomini compresi) assegna alle altre, quello che deriva dai benefici che se ne possono ricavare: “Non è per amore del marito che si ama il marito, è per amore di sé che si ama il marito. Non è per amore della moglie che si ama la moglie, è per amore di sé che si ama la moglie”. Così parla il disincanto del Vedanta.ii

i Secondo la sociobiologia di E. O. Wilson il fenomeno è matematicamente prevedibile in quanto correlato al diverso investimento parentale trascorso ed alle opportunità residue, la c.d. ‘fitness’ (passato e futuro della potenzialità vitale). Sociobiologia, op. cit., p. 337 e ss.
ii Brihad-aranyaka Upanisad, 2, IV, 5 e 4, V, 6, in Upanisad antiche e medie a c. di P. Filippani-Ronconi, Boringhieri, Torino 1968.

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