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2.4.5 Dimensioni

Il lavoro della casalinga è per definizione quello non remunerato e le sue dimensioni vengono ingigantite al punto tale da far risultare che esso è doppio di quello professionale maschile nel senso che la casalinga lavora sempre, senza interruzioni. Che lavori molto è indubitabile, sennonché viene imputata alla presenza del marito anche quella parte di attività che la donna svolgerebbe comunque se fosse sola, il vero lavoro che le donne compiono per gli uomini è invece dato dalla differenza tra quel che fanno e quel che farebbero se questi non ci fossero. Ora, la conduzione della casa al modo femminile richiede già da sola una tale quantità di tempo che la presenza parassitaria del maschio non può aggiungervi molto. Le donne dedicano alla casa una quantità stupefacente di energie la maggior parte delle quali per pura libera scelta, attività che, dal punto di vista maschile sono quasi totalmente inutili ma che pure vengono messe nel loro conto. E’ facile vederlo comparando il tempo che ad esse dedica un single rispetto a quello che vi dedica una coniugata. Come deve essere tenuta una abitazione? Al modo di quelle donne che sono in competizione con “Casaviva” o come i miei amici single che vivono benissimo in abitazioni nelle quali una donna non vorrebbe mai mettere piede? Qual è lo standard che deve essere rispettato, forse quello delle italiane che entrano in fibrillazione quando sospettano che la loro casa non sia più in grado di sfidare una sala operatoria? Folle parossismo giunto al punto tale da rendersi visibile persino agli occhi del femminismo.i

Le attività aggiuntive causate dalla presenza maschile non formano che una piccola parte del tutto, artatamente accresciuta però da quello standard femminile del pulito del quale agli uomini importa poco o nulla, dal quale anzi non raramente sono infastiditi. Certo, Sherlock Holmes era in grado di stabilire se un uomo viveva da solo dando una fuggevole occhiata allo stato dei suoi abiti ma se gli uomini non dedicano energie e cura a questo aspetto del vivere ciò significa solamente che per essi non è importante e cosa sia importante per gli uomini dovrebbero deciderlo gli uomini. 

Quella della casalinga è una professione lautamente remunerata. Poiché più della metà del reddito maschile va alla donna la stessa quota del lavoro della casalinga dovrebbe essere svolta esclusivamente per l’uomo, per compensare le cose e ben più di questo per poter parlare almeno di una quota di prestazione non remunerata. Quanto all’ammontare di questo “reddito inesistente”, esso varia in funzione di quello di lui perciò la moglie dell’imprenditore di successo è pagata come se essa stessa lo fosse e quella del dirigente come se lei stessa avesse raggiunto quella posizione per occupare la quale non ha però dovuto investire nulla in termini di tempo, né di studio, né di rischi ed in rapporto alla quale non porta alcuna responsabilità. C’è un solo modo per salire nella scala economica senza far nulla di più di quanto si dovrebbe fare comunque per se stessi, esso consiste nel diventare casalinga.

i Confessione di Sabina Guancia dell’ ‘Associazione per la famiglia’ di Milano, “La Repubblica”, 01.11.2003, p. 13.

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