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3.5.6 Stallone e puledra

Le molestie sono approcci, parole e gesti a sfondo sessuale sgraditi alla ricevente e non è ozioso chiedersi da dove nasca questo possibile mancato gradimento: dalla natura o dalla cultura? Quel sentimento di ripulsa è difendibile o si tratta di una costruzione culturale inconsistente al pari di tutte le altre? Peggio, si è evoluto casualmente o è il frutto di una strategia il cui scopo è l’imposizione di limiti imprevedibili al comportamento maschile? Una donna dice ad un collega: “Ma che bel maschione sei, hai proprio un bel pacco, ti vorrei provare!”, non esiste maschio che percepisca questa espressione come offensiva, oltraggiosa o molesta, forse alcuni la troveranno audace ma i più resteranno lusingati da un invito al sesso tanto schietto e quasi proditorio, nessuno se ne sentirà umiliato. Da cosa potrà dipendere questa reazione, questa positiva interpretazione maschile se non dalla cultura? Positiva nel senso preciso che permette alle donne di dire quel che pensano sulle doti fisiche dei maschi. Un uomo dice ad una collega: “Che bella puledra! Chissà quanto sei calda e scatenata, vorrei proprio provarti!” e questa è una molestia sessuale di ottima fattura che porta il nostro davanti alla commissione disciplinare interna, se non direttamente in tribunale, e costringe l’interessato e la ditta a cospicui risarcimenti economici (negli Usa ora, in Italia domani) perché quelle parole sono oltraggiose, umilianti ed offensive e lo sono perché vengono percepite in quel modo. 

Ecco dunque il nodo centrale di tutta la questione del vissuto femminile: perché ‘puledra’ suona offensivo mentre ‘stallone’ rappresenta una lusinga? Da cosa potrà mai dipendere questa differente percezione, questo ben diverso sentimento se non a sua volta dalla cultura? E’ una domanda tabù che svela l’arcano della guerra femminista contro la naturalità delle determinazioni maschili. Il femminismo denuncia il fatto che parole e gesti sgraditi hanno la loro radice nella cultura della “donna oggetto” ma non applica lo stesso criterio nei confronti dei sentimenti femminili i quali, necessariamente, hanno la medesima origine, sono un costrutto culturale arbitrario al pari di qualsiasi altro. Sembra che valga la regola secondo la quale i sentimenti delle donne sono di origine naturale, sacri ed inviolabili, quelli degli uomini un prodotto culturale. Il Dogma ha una falla.

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