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2.6.8 Guerra

Per la GNF ogni valore, ogni regola della vita collettiva, ogni norma che abbia come effetto una qualche limitazione del comportamento femminile, che produca disagi e sofferenze e che imponga delle scelte (“sacrifici”) è stata elaborata dagli uomini con colpevole coscienza e mantenuta in vita con colpevole pervicacia; non vale però il contrario, le regole che tutelano e proteggono le donne non hanno la stessa origine. Queste o sono frutto della lotta disperata delle donne per la sopravvivenza o sono paternalistiche concessioni con le quali i maschi hanno comunque tutelato i loro interessi, tacitato la loro cattiva coscienza, mascherato la condizione di inferiorità femminile e continuato ad umiliare in forme dissimulate l’altro Genere. La responsabilità maschile è presente nel male e quando sembra che lo sia anche nel bene si tratta di un’apparenza. Questo è ciò che un conflitto morale richiede, che al nemico non sia data tregua, che non trovi un angolo presso cui rifugiarsi, uno spazio emotivo da cui prendere forza, uno specchio che gli rimandi la certezza di avere il diritto morale all’esistenza. La condanna deve essere universale, capillare e massiccia. Non si può tener fede alla parola data, non può esservi rispetto per alcun principio, nessuna coerenza, nessuna lealtà. In un conflitto per il potere sul bene e sul male non vi possono essere né Cavalleria né pietà: la guerra in Etosfera non fa prigionieri.

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