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2.1.13 I meno peggiori

Secondo il femminismo non esistono uomini migliori nel senso che nonostante l’ultradecennale opera di rieducazione cui sono stati sottoposti, in loro, ben che vada, non è cambiata che l’apparenza, la vernice comportamentale, mentre le strutture profonde della loro relazione con il femminile sono rimaste immutate. Vi sono però uomini peggiori degli altri e tanto peggiori che ad essi il femminismo neppure sogna di rivolgersi, totalmente indenni da qualsiasi colpevolizzazione come sono. Si chiedeva crudamente un mio amico: “Con tutti i porci che ci sono in giro, perché mai, quando vogliono dire che siamo tutti porci, lo dicono sempre a quelli che non lo sono?”.25 La ragione risiede nel fatto, che sembra paradossale ed invece è psicologicamente naturalissimo, che solo gli innocenti possono venire colpevolizzati. Un uomo che picchi quotidianamente la moglie non lo è, né lo sono i pedofili o i commercianti di prostitute, non lo sono i fascisti stupratori e assassini del Circeo, non lo sono i nazisti.26 Lo strumento della colpa è del tutto inefficace contro costoro giacché è colpevolizzabile soltanto colui che condivide i valori del colpevolizzatore. Se non appartengo all’universo morale dell’altro le sue accuse e la sua condanna nei miei confronti cadono nel vuoto: non sono ricattabile. Perciò, se fosse possibile parlare di uomini “migliori”, si dovrebbe dire che solo questi possono essere catturati e governati con la colpa. E’ facendo leva sulla parte migliore di un uomo, sulla sua lealtà, sul suo onesto riconoscere la validità di determinati valori, sui princìpi condivisi che questo tragico gioco può essere praticato, perciò i veri colpevoli sono liberi da quelle colpe che sono invece poste in carico agli innocenti. Solo gli innocenti sono colpevoli.

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