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4.4.3 Disincanto

In quanto vivi subiamo un gran numero di limitazioni e di vincoli mentre la sognata libertà non può che essere relativa perché molte dipendenze sono riducibili ma non eliminabili, tra queste figurano, per gli uomini, quella materna e quella sessuale. L’uso dei bisogni maschili da parte femminile e le costrizioni che ne derivano non possono essere eliminate alla radice e non vi è ragione per la quale le donne non debbano usare quei loro poteri, le armi strategiche, a proprio vantaggio in un rapporto ormai squilibrato. 

Alla luce di questo fatto gli uomini saranno indotti, e persino forzati, a ridisegnare la prospettiva di approccio all’altro Genere, il grado di coinvolgimento nei rapporti, il peso da assegnare alla relazione intersessuale nel corso della vita. Potrà anche accadere - e già qualcuno vede segnali in tal senso - che in numero crescente dirottino i propri interessi affettivi verso il loro stesso Genere. Nella relazione omosessuale entrambi i partner condividono lo stesso passato di Genere e nessuno dei due può usare la Galleria della Storia come strumento di colpevolizzazione dell’altro, non vi è motivo di coltivare delle riserve mentali e delle inconsce aspirazioni alla revanche. Per quanto questo tipo di relazione possa essere intesa ancor oggi come una deviazione o almeno come un surrogato, nondimeno la condivisione dei valori e la totale assenza di risentimento di Genere la pongono su un piano psico-affettivo per molti aspetti persino superiore. 

Qui le qualità e i successi dell’uno non possono essere intesi come prova del suo privilegio e costituire un capo d’accusa da parte dell’altro. Nella relazione omosessuale è esclusa la possibilità di usare il desiderio dell’altro come strumento di ricatto e di intimidazione in quanto qui veramente - per definizione - vale il principio della parità ormonale. Si tratta di una relazione senza secondi fini dove lo scambio affettivo ed erotico-sessuale è fine a se stesso e perciò la sua struttura garantisce quella libertà, quella sicurezza e quella pulizia morale che mancano nella relazione eterosessuale, stato di cose forse sorprendente ma consequenziale.
Ma la proiezione maschile verso le donne non verrà mai meno benché siano ormai intaccati l’ingenuo slancio dell’età romantica e il fiducioso affidamento ad un amore ormai denudato. Doloroso snebbiamento, amara caduta di un sogno attesa però e auspicata esplicitamente già mezzo secolo fa, frantumazione di un incanto che fu in realtà pagato dalle donne per secoli col “sangue e con la sventura”.i La presa di coscienza di un simile stato di cose non può non produrre amarezza giacché le situazioni che confondono sono quelle dalle quali non si vede via di uscita, ma la negazione di questa verità, per quanto tentazione irresistibile specie in età giovanile, non può provocare altro che delusioni ancora più grandi. Nessuno può essere accusato di non aver più bisogno di noi e a nessuno si può imputare il fatto che ogni nuova verità, ogni presa di coscienza sia un disincanto.

i S. de Beauvoir, Il secondo sesso, op. cit., p. 831.

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