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4.1.10 I mansueti

Diventeranno dolci, certo, e non avranno bisogno di sentirsi forti. Non conquisteranno nuove terre e nuovi spazi, perché i loro padri hanno già distrutto abbastanza. Non dovranno difendere nessuno perché non vi è bisogno di maschi che proteggano laddove non vi siano maschi che minacciano. 

Impareranno a piangere e a confessarsi. Si riconosceranno deboli ed imperfetti, certi di trovare comprensione e non scherno. Ammetteranno finalmente la loro fragilità negata e ne avranno in cambio umana comprensione. Riconosceranno di avere paura e troveranno aiuto, non derisione. Apprenderanno dagli altri quale sia il vero valore dei loro sentimenti e non si giudicheranno più da soli. Impareranno a distinguere tra le pulsioni buone e quelle cattive, le donne gliele indicheranno. Non saranno educati nel falso mito del coraggio, si dedicheranno a quelle attività che verranno loro suggerite e chiederanno prima di intraprendere iniziative. Non si vanteranno dei loro successi perché sarà finita l’era dello sciovinismo maschilista. 

Diventeranno padri se e quando sarà loro richiesto e saranno padri attivi e presenti, non come ora. Non lo diventeranno a loro arbitrio sotto il mantello del cosiddetto “diritto alla paternità”. Non sarà loro permesso disconoscere i figli ma non imporranno alle donne lo stesso divieto con il provocatorio pretesto della parità. Spingeranno le carrozzine senza sospetti. Non imporranno la loro volontà, accoglieranno quella altrui. Impareranno a giudicare la storia e se stessi secondo un nuovo criterio e non saranno gelosi del mondo migliore che sarà stato costruito contro la loro volontà, con generosità ne riconosceranno quella superiorità che la storia avrà dimostrato. Si faranno carico del loro passato, saranno sinceri e non troveranno scuse per le loro responsabilità. Condanneranno tutto ciò che fu compiuto di male, le donne diran loro che cosa. Non le accuseranno di colpe che non possono avere e non useranno la propria individuale innocenza per coprire la colpevolezza della loro appartenenza, ma al tempo stesso non diranno “Siamo colpevoli di essere nati maschi”, insinuando che colpevoli siano proprio le innocenti, o, inaudito, per suggerire che, alla nascita, un’originaria condizione di indegnità morale li attendesse per tenerli incatenati senza rimedio alla loro ereditata, insolvibile colpa. Non chiederanno allora, oltraggiando se stessi, perché siano nati, conosceranno la risposta. 

Controlleranno i dettagli del loro linguaggio, dei loro gesti e vigileranno sui loro sentimenti. In ciò saranno sorretti dalle donne che li aiuteranno a correggere i loro sogni con i quali potrebbero vagheggiare i privilegi perduti. Controlleranno scrupolosamente il loro comportamento adeguandolo alle legittime richieste delle donne ma non pretenderanno, reciprocamente, di giudicarne il comportamento. Useranno un vocabolario corretto del quale non indagheranno l’origine perché sapranno che non sarà stato modificato a loro danno, sapranno che non sarà stato loro imposto e volentieri si rivolgeranno alle donne per sapere come parlare perché uomini nuovi hanno bisogno di una lingua nuova. Di una neolingua. Non useranno parole dal doppio senso offensivo quali “virilità” e “maschilità”, non ne penseranno i concetti. Sapranno che le difficoltà di adeguarsi alle nuove abitudini deriveranno dal passato, dal fatto che la mentalità cattiva è dura da abbandonare. Non chiameranno “nostre esigenze” quelle che sono aspettative di illegittimi privilegi e non rivendicheranno “diritti” perché sapranno che ciò comporterebbe doveri per l’Altra. Non useranno locuzioni sospette quali “la nostra dignità“, “il rispetto per noi stessi”, “la nostra libertà”, “le nostre aspettative”, “ le nostre pulsioni”, “i nostri bisogni” insinuando in tal modo che non siano rispettati e valorizzati. Non pronunceranno la parola “istinto”. Non penseranno che le donne possano offenderli o far loro del male, perché sarà scomparsa la misoginia.

Non si sentiranno soli, in ogni momento ci sarà chi saprà dove siano e cosa facciano e saprà dir loro cosa veramente abbiamo voluto, desiderato e pensato, sapendo che non lo si farà per controllarli non si sentiranno controllati. Non avranno la necessità di rivendicare spazi esclusivi e non li chiederanno. Riconosceranno i loro limiti e non penseranno di essere importanti. Non saranno orgogliosi del loro corpo, non si affanneranno per la sua atleticità e bellezza perché sarà finita l’era del narcisismo maschile. Lo cureranno e lo miglioreranno, perché sarà finita l’era della sciatteria maschile. Non parleranno bene del loro corpo. Non ne parleranno. 

Quando le donne li giudicheranno nei tribunali non permetteranno che li condannino. Cavalieri, le anticiperanno autocondannandosi perché nessuno possa pensare che un Genere siede in alto a condannare l’altro e che essi entrano come imputati là dove le femmine siedono solamente come giudici o, inaudito, che colei che è innocente perché non può diventare colpevole sta lanciando l’estrema sentenza contro colui che ha ereditato la Colpa. Saranno Cavalieri veri, di quelli che non chiedono Cavalleria in contraccambio. Aiuteranno in casa. Eseguiranno con sollecitudine i compiti loro assegnati nei modi corretti, nei tempi indicati, nelle forme prefissate, con le modalità prescritte, con gli strumenti confacenti, nella successione adatta. Faranno la spesa giornalmente acquistando nel negozio stabilito la quantità esatta del prodotto comandato della qualità designata della marca idonea nella confezione suggerita.

Faranno pipì seduti.

Entreranno in sala parto perché avranno capito che anche quel momento li riguarda. Non entreranno in sala parto perché sapranno che questo non basta per mettersi a posto la coscienza. Di fronte a difficoltà e disagi non diranno: “Questo e quello son cose che ci fanno male”, perché avranno appreso che il male è figlio della cattiva volontà e dove nessuno vuole compierlo, il male non c’è. Malati, non si lamenteranno perché avranno smesso di fare i bambini e di compiangersi. Quando soffriranno non lo nasconderanno, perché avranno smesso di fare i duri e di comportarsi da machi. Se accadrà loro di soffrire e di faticare per gli altri non lo ricorderanno a nessuno perché finalmente avranno imparato dalle loro madri le quali di tutte le rinunce, di tutti i sacrifici sopportati per essi mai fanno memoria e anzi ogni giorno ricordan loro di dimenticarli. 

Non molesteranno le loro colleghe baciandole per primi, non le mortificheranno rifiutandosi di farlo in contraccambio e questo non lo chiameranno dipendenza. Non scambieranno l’amore per possesso e saranno gelosi in giusta misura. Non tradiranno le loro donne, potranno anche averne molte, ma una alla volta. Controlleranno le loro pulsioni senza pensare di autoreprimersi, non saranno pressanti nelle richieste e faranno l’amore con dolcezza, se e quando gli verrà proposto, non come ora. Si preoccuperanno di far divertire le loro partner ma non le costringeranno a simulare voluttà inesistenti preoccupandosi di farle divertire. Si vergogneranno della loro urgenza e non si comporteranno come animali, giacché gli umani non sono animali

Non ci sarà più sesso senza amore e lo considereranno molto meno importante perché sarà stata loro insegnata la sua vera e giusta importanza. Non andranno per sesso a pagamento sotto lo scandaloso pretesto che non lo si trova gratis, corteggeranno con dignità e fierezza senza pensare di mendicare, chiederanno senza sentirsi umiliati. Quanto otterranno non lo considereranno un’elemosina, ma ne saranno grati. Rispetteranno la volontà altrui sino ad autoimporsi la castità, se necessario. Non chiameranno sofferenza ciò che è solo capriccio inappagato. Lentamente impareranno dalle loro compagne che vivono bene anche senza sesso. Non le offenderanno masturbandosi o pretendendo il cosiddetto “sesso gratis” come se fossero ancora a disposizione delle voglie maschili. Non chiederanno con insistenza per insinuare che siano avare. 

Se necessario, imploreranno senza paura di perdere la loro dignità, sapendo bene che anche i bambini supplicano senza arrossirne. Confesseranno in pubblico la loro impotenza senza accusare di ciò le loro madri e senza vergogna, perché da ciò ricaveranno comprensione e non canzonatura. Se avranno bisogno di medicine per fare il loro dovere non lo nasconderanno a nessuno e non esigeranno di acquistarle a piacimento accettando volentieri che qualcun altro gliele prescriva. Chiederanno. Capiranno che le loro compagne possono vivere bene anche senza di loro e forse vivrebbero meglio, non le costringeranno a sacrificare il meglio della loro vita stando accanto ad essi. Se vorranno farlo, gliene saranno grati. Ai sacrifici patiti per metterli al mondo ed allevarli non aggiungeranno l’antica ingratitudine, quel dimenticare che le madri per indossare il collier più prezioso han dovuto rinunciare alla bigiotteria. Questo non potranno dimenticarlo. 

Diventeranno dolci e non avranno più bisogno di sentirsi forti perché avranno capito che forza e dolcezza non possono convivere. Avranno un’infanzia felice perché sapranno che la notte di St. Klaus mani pietose porranno sulla tavola qualcosa anche per loro. Non potranno dirsi infelici. Diventeranno mansueti, uomini buoni, uomini nuovi. Maschi dal volto umano.

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