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3.5.9 Repressione

Se il termine ‘puledra’, la mano sul fondoschiena, una proposta aperta di sesso, la lode sperticata delle curve, una barzelletta salace, l’esposizione di materiale hard e via dicendo non fossero percepiti come offensivi, così come non avviene per gli uomini, uno degli effetti consisterebbe nell’incremento della libertà per quest’ultimi; anche nel caso in cui le donne gradissero la pornografia al pari degli uomini ne deriverebbe un incremento della libertà per questi e verrebbe meno un tema di attacco morale contro di essi. Un uomo siede in un bar di S. Francisco con una copia di Playboy in mano, la cameriera vede, si rifiuta di servirlo (“Mi offende”)i e l’uomo viene mandato via: la pornografia offende le donne. Non ci spingiamo sino a dire che se invece fosse gradita sarebbe materia di insegnamento sin dalle elementari ma è indiscutibile che il giudizio negativo su di essa dipende solo dal loro sentimento di ribrezzo, sentimento evidentemente esito di un certo tipo di educazione, secondo il grande Dogma, giudizio che però condiziona e limita il comportamento maschile non quello femminile. Le donne possono definire ‘stallone’ e mettere la mano sul fondoschiena di qualsiasi collega, possono parlare come vogliono, descrivere come vogliono incontri veri o immaginari tutto a piacer loro senza dover subire conseguenze di alcun tipo, quel che appunto non vale per gli uomini. 

Si potrebbe perciò immaginare che il continuo incremento delle ragioni di offesa, quel processo di ipersensibilizzazione al male subìto che il femminismo da quarant’anni ha promosso possa avere come obiettivo proprio qualcosa di simile alla progressiva eliminazione della libertà maschile e la creazione di un sistema di pressione emotiva, di tensione psicologica, di subordinazione finalizzata ad un qualche scopo sin qui oscuro e insondabile. Se un filo legasse l’incremento del percepirsi offese con la volontà espansiva del femminile, tutto apparirebbe sotto una nuova luce e si capirebbe allora cosa significasse davvero quel “You must be pushed, pushed, pushed”, si spiegherebbe perché da una parte vi sia l’educazione al sentirsi offese e dall’altra la costituzione della vergogna di sentirsi feriti. Se lo scopo fosse la repressione e la compressione finale del cuore degli uomini i conti tornerebbero. 

i “Corriere della Sera”, 17.01.1992, p. 7.

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