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4.1.6 Il silenzio

Gli uomini tacciono come tace colui che non ha ragioni da opporre, alibi da presentare o attenuanti da avanzare. Tace l’accusato condotto a contraddire se stesso, tace il ladro colto in flagrante, tace colui che non può più negare la propria colpa. Gli uomini tacciono perché mancano i nessi, i significati del loro rapporto con il mondo e con se stessi; non è il singolo individuo ad esserne sguarnito ma l’intera nostra cultura che ne è priva, per questo il pentitismo si espande perché non esiste valore maschile nella sfera del Senso e gli uomini non sanno più rispondere alla domanda sul perché siano in questo mondo. Se quel tacere fosse solo un non saper che dire il colpito non sarebbe ancora perduto ma non saper che cosa dire significa non saper che cosa dirsi, non avere più parole per descrivere la propria storia se non quelle dell’Altra, quelle che costei suggerisce e consente, per questo il giovanotto alla “Grande Muraglia” tace. Non saper che cosa dirsi è essere privi di una storia propria e perciò di una parte di sé   se quella storia è limitata   ovvero della totalità di se stessi se quella storia è tutta la storia. La GNF è tutta la storia.

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