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3.8c.3 Rappresentazione sociale

Il politicamente corretto non esige di essere applicato al solo linguaggio ma a tutto ciò che costruisce e tratteggia l’immagine sociale dei Generi ed impone perciò la rappresentazione forzosa delle donne e delle loro opere in tutti i campi della vita pretendendo che non appaiano mai subordinate, mai siano o sembrino seconde o figurino dalla parte del male, dell’errore o del torto se non dietro esplicite motivazioni sociali e biografiche che ne rimandino la causa all’Altro; impone la parità di trattamento in ogni forma di rappresentazione mettendone però in luce solo l’opera positiva, nascondendo, e perciò negando, la totalità del male invisibile (e visibile) causato dalle donne ed ignorando il loro peso soverchiante nell’immaginario collettivo, la celebrazione ossessiva, capillare ed universale che tutti i media occidentali fanno della donna sia attraverso la pubblicità che fuori di essa. 
 
Questo fatto viene anzi negato rovesciandone il senso e denunciato come “cultura della donna oggetto“, strumentalizzazione del corpo femminile, così scambiando lo scopo (la promozione del prodotto) con l’effetto (la visibilità pubblica) si nasconde il fatto che la pubblicità è uno strumento di promozione permanente e di celebrazione del genere femminile la cui immagine cattura e orienta i pensieri ed i sentimenti degli uomini. Rovesciamento necessario per nascondere il fatto che se divento testimonial in uno spot questo mi rende famoso, mi celebra e mi esalta e come è vero che io pubblicizzo un prodotto (e posso protestarmi “strumentalizzato“) così quella pubblicità reclamizza me e mi rende famoso, tant’è che se non lo sono e lo voglio diventare devo farmela e pagarmela. Se è vero che le campagne elettorali si realizzano diffondendo la propria immagine, allora le donne occidentali attraverso la pubblicità (e non solo) sono in una permanente campagna promozionale di dimensioni colossali, massiccia, sistematica che se dovesse essere pagata costerebbe loro fantastiliardi di eurodollari l’anno. Il corpo femminile è un testimonial e questo indica che è un valore il quale, in quanto rappresentato permanentemente, si incrementa e ingigantisce. 
 
La “donna oggetto” attraverso la pubblicità governa i sentimenti degli uomini, ne cattura l’attenzione, occupa gratuitamente spazio nella loro mente ma a tutto questo si deve aggiungere, e infatti si aggiunge, una rappresentazione “paritaria” dei due Generi in tutte le altre occasioni pubbliche, in tutte le rappresentazioni istituzionali.

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