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4.4.4 Età del Gioco

“La loro inutilità li renderà liberi” annuncia Sandro Desantis, verità che illumina davanti agli uomini la vasta prateria del possibile.i Essere inutili, nel senso di inutili per l’Altra, significa anche essere privi di responsabilità e di oneri nei suoi confronti. Una volta raggiunta quella condizione nella quale le donne possono garantirsi autonomamente i mezzi di sussistenza e la riproduzione asessuata, si apre l’era della fine dei doveri per gli uomini che vengono così a trovarsi nella condizione privilegiata di poter scegliere nella vita tra diverse opzioni senza tener conto dei bisogni di Lei. Realizzare i propri sogni diventa possibile solo quando i vincoli si sciolgono, quando i lacci che limitano e circoscrivono le scelte si allentano. Così tutte quelle attività, tutta quell’immensa opera di costruzione e creazione cui gli uomini si sono dedicati da sempre e che sin qui fu una necessità, diventa ora una grandiosa facoltà e può essere vissuta non più come un vincolo ma come una opportunità, un modo per esprimere liberamente le proprie potenzialità. Le scelte di vita, professionali e non, potranno essere modificate con ben maggiore libertà di quanto sin qui accaduto perché gli uomini non avranno da pensare che a se stessi. E’ vero che oggi la pressione economica su di essi è pari e persino maggiore a quella del passato ed è destinata a diventare sempre più pesante nel prossimo futuro, ma questo deriva dal fatto che essi continuano ad impostare la loro relazione con l’Altra nei termini tradizionali e si trovano in tal modo nella necessità di incrementare il reddito per far fronte agli oneri che derivano dalla relazione. E’ poi vero che il progressivo aumento del numero delle donne che guadagnano più degli uomini impone a questi una rincorsa all’incremento del reddito nel tentativo di mantenersi in una condizione che non li escluda dal possibile rapporto con esse (giacché più grande è il numero delle donne ricche e più grande è quello degli uomini soli), qui però stiamo guardando verso un futuro più lontano, quello che maturerà quando i maschi avranno preso coscienza del radicale mutamento avvenuto ed imposteranno la loro vita sulla base di queste nuove acquisizioni. 

Se giocare significa dedicarsi ad attività economicamente improduttive ma soddisfacenti, allora l’Età del Gioco sarà quella nella quale gli uomini affronteranno la vita e i suoi passaggi con lo spirito di coloro che investono energie per mantenersi - certo - ma anche per realizzarsi, senza assilli e senza angosce. Lavoreranno per se stessi, nella misura da essi scelta, liberi da quei ricatti che la necessità ha sin qui imposto loro di subire. Potranno buttar via la propria vita secondo le proprie scelte e l’intero scenario dell’esistenza maschile si aprirà verso un vasto orizzonte di possibilità prefigurando una libertà nuova ed entusiasmante. All’interno di quell’orizzonte elaboreranno il loro nuovo sistema di Senso in piena coscienza e senza illusioni, un’avventura della mente e del cuore quale mai si è presentata davanti ai loro occhi, una battaglia totalmente nuova per riconquistare quel che sempre ebbero prima di quest’epoca, la certezza del loro autonomo valore. 

Certo, non partiranno per questa guerra salutati dalle lacrime delle mogli e delle fidanzate, dallo sventolio dei cappelli dei reduci e con nel cuore la certezza di combattere per una causa giusta: no, questa volta l’obiettivo consiste precisamente nel conquistare il diritto di affermare che la causa è giusta. Svincolati da ogni ideologia, da ogni filosofia, da ogni dottrina che li renda strumenti di fini estranei alla loro autoaffermazione, combatteranno per la salvaguardia della maschilità nel mondo, cioè per se stessi. Non per Dio e per la Patria, per il Re e la Nazione, per la Giustizia e la Libertà, per i Padri e le Colline Nere: solamente per se stessi. Se da questo deriveranno vantaggi per il mondo, o almeno per l’Occidente nella forma di un riequilibrio delle forze e dei poteri capace di garantirne la durata, tanto meglio per tutti, ma non sarà questo il loro scopo perché non saranno più al servizio di alcuna causa che non sia quella della propria realizzazione. Tutto questo dovrà accadere prima che nel loro cuore si spenga l’ultimo slancio e che la loro anima si perda nel deserto del Niente.

i Sandro Desantis, dalla mailinglist ‘Uomini’ - PDU, maggio 2003.

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