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3.2 INSENSO

“Se si volesse annientare, schiacciare, castigare un uomo in modo così implacabile da far tremare in anticipo dalla paura anche il peggior delinquente, basterebbe dare al suo lavoro un carattere di perfetta assurdità, di inutilità assoluta”. Così scrive Dostoevskij in Memorie dal sottosuolo

Siamo giunti al tema del Senso, dell’utilità per gli altri della nostra azione, in generale, e di quella maschile per le donne e per i figli in particolare, alla ricerca dei motivi per i quali sia diventata vera l’affermazione femminile “Inutili! Siete inutili!” e delle conseguenze di questo stato di cose. Questa è forse la più spinosa tra tutte le questioni in quanto si tratta di una verità che risulta indigeribile agli stessi maschi. La ragione è evidente. Mentre la presa di coscienza e la denuncia della colpevolizzazione, del dispregio e dell’intimidazione già in se stesse paiono poter rappresentare controstrumenti di lotta, il riconoscimento della propria inutilità sembra coincidere con l’ammissione di una sconfitta irreparabile, una confessione che sarebbe mille volte meglio non fare, perciò le parti si invertono: sono gli uomini a voler negare che qualcosa di simile sia avvenuto, spinti, al contrario, a rivendicare, se non la loro immutata importanza (tesi ormai impossibile) almeno il permanere di un qualche loro valore insostituibile agli occhi delle donne.

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