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4.3.3 Uscita di sicurezza

Sino ad oggi il pensiero e la letteratura maschili sul tema dei sessi sono stati quasi totalmente un intreccio di autocritica e di giustificazione e nonostante alcuni pensatori abbiano percepito la gravità della condizione maschile ed il controllo esercitato dal giudizio femminile non hanno però trovato la via per uscire da questa trincea e non sono stati capaci di far più che proporre una pedagogia del pentimento, una psicologia della colpa e una filosofia dell’espiazione. Questa difficoltà non è di origine intellettuale ma morale e deriva, a sua volta, dalla condizione di subordinazione nella quale si trovano anche quei pensatori. La via di uscita infatti è immorale e deve esserlo perché si può ben credere che il sistema etico femminista abbia chiuso tutte le strade che portano fuori di esso e abbia collocato su ogni cancello la sentenza: “Uscita misogina e maschilista”. 

E’ questa la via che gli uomini debbono imboccare se vogliono conquistare la libertà morale, letteralmente la via del male. L’incapacità di autovalutazione morale è l’incapacità di pensarsi degni di stare al mondo se qualcun altro non ce lo dice ma nessuno può essere forzato materialmente a riconoscere un giudice morale, nessuna forza materiale può ottenere un simile risultato: quel giudice è costituito in tale ruolo dagli imputati e, si capisce, gli imputati stessi possono scalzarlo dal quel trono.

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