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4.2b.5 Impensabile vergogna

La vergogna è uno di quei poteri immateriali che tengono in riga gli esseri umani regolando il loro comportamento in modi talvolta più vincolanti di quanto possa la stessa paura. Questo sentimento agisce su di noi provenendo sia dall’esterno che dall’interno nel senso che ci si può vergognare di fronte agli altri ma anche semplicemente davanti a se stessi. I due versanti non sono però separati dal momento che il perdurare del disprezzo esterno filtra nell’interiorità e l’individuo incomincia a vergognarsi di quello che fa a prescindere dalla visibilità pubblica del suo comportamento e può giungere sino al punto di vergognarsi di quel che è e di quel che prova: è questo l’autodisprezzo. Il disprezzo di tutto ciò che può dirsi maschile è appunto una delle armi usate dal femminismo ed è perciò ragionevole chiedersi se gli uomini possano costruire un qualche tipo di vergogna a carico delle donne mirata a limitare o annullare qualcuno dei loro poteri.

E’ subito da escludere che possa trattarsi di quella relativa al comportamento sessuale. Secondo la GNF le donne sono state colpite da entrambe le citate forme di vergogna centrata sulla sfera sessuale, creata e mantenuta con lo scopo di abbassarne il valore sino all’autodisprezzo e di esercitare il controllo sulla loro sessualità. Manifestazione di tale fatto era la condizione di disonore in cui cadevano le ragazze-madri (come venivano chiamate), spesso le stesse violentate e di cui soffrivano (e ancora soffrono) le prostitute. Il femminismo combatte per liberare le donne da ogni forma di vergogna e massimamente da quella connessa alla libera attività sessuale, glissando sul fatto che alla censura delle libertine (che praticano il ‘dumping’)i aveva interesse (e ce l’ha tutt’ora) anche il genere femminile dal momento che la limitazione della disponibilità rende più acuminata l’antica arma. 

Quanto ai maschi, nel momento in cui la paternità può essere accertata clinicamenteii e soprattutto quando il numero dei single (e perciò anche delle single) sta diventando sempre più grande, questi non hanno più alcun interesse a gettare vergogna sul libero comportamento sessuale femminile. Si narra come una favola   il sogno maschile   il fatto che gli uomini di Cook, approdando sulle isole del Pacifico, vi trovassero le donne disponibilissime tanto da far apparire quei luoghi, vuoi per il clima, vuoi per questo secondo aspetto, un paradiso terrestre. Nulla sarebbe più autolesionistico per gli uomini della ricostituzione della vergogna contro le donne sessualmente libere. La grande maggioranza di essi ha pagato e molti ancora oggi pagano con i rifiuti, la solitudine, il ricorso al mercimonio quel cattivo giudizio cui le libertine andavano e vanno incontro, benché il peso di quella sanzione si sia molto attenuato. La ricostituzione del disonore sessuale femminile sarebbe un boomerang per gli uomini, una perdita netta e ciò a prescindere dalla liceità di una simile prospettiva. Vi è però un campo nel quale la costituzione di una rigida e implacabile forma di disonore a carico delle donne non sarebbe né immorale né dannosa, è quella che potrebbe derivar loro dal tradimento della Cavalleria.

i Vendita sottocosto, formula di Massimiliano Fiorin. Dalla mailinglist ‘Uomini3000’, dicembre 2003.
ii La tecnologia lo permette ma l’orientamento giurisprudenziale non consente l’accertamento sistematico in quanto violerebbe la privacy della donna e sarebbe dirompente sul piano sociale (dal 10 al 15% dei figli avrebbe un padre diverso da quello legale). Cfr. S. Rodotà e altri su “La Stampa” 30.11.2003, p. 13 - “Cronache”.

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