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3.5.15 La politica della “differenza sessuale”

Il femminismo italiano sta imponendo alla società la prospettiva ed i criteri valutativi, con le conseguenti azioni politiche, della c.d. “differenza sessuale” che prevede la valorizzazione delle differenze in ogni ambito sociale ed in ogni dimensione della vita collettiva. L’obiettivo finale consiste nel permeare l’intera società delle qualitas femminili, di rigenerala e renderla “woman-friendly”, di aumentare il potere e le prerogative delle donne a prescindere da quel che può significare per gli uomini. Di queste differenze fondamentali e fondanti non si è mai avuto l’elenco né si è mai udito qualcosa sulla loro fonte; non lo si potrà mai sapere, perché la sola risposta possibile è che siano naturali e la sola lista immaginabile è quella tradizionale, compilata da millenni e da sempre denunciata come falsa e fuorviante, degradante e disonorevole per le donne. Ecco cosa confessa la femminista Maria Chiara Pievatolo: “Delle due l’una: o la differenza sessuale ha dei caratteri propri, distinti dalla sua storicizzazione, e allora si ricade nella biologia e nella metafisica; oppure si ammette che essa esiste solo in quanto si storicizza e allora non si dà una vera e propria differenza sessuale prima della sua elaborazione culturale”.i

Ad onta di questa elementare verità, un’intera politica, applicazione di un sistema di valori, è attualizzata senza che sia mai stata data risposta alla domanda fondamentale circa la sua origine. Si sarebbe poi portati a pensare che l’espressione “differenze sessuali” faccia riferimento anche a quelle maschili che dovrebbero essere promosse e valorizzate simmetricamente, ma, essendo scontato che la società è costruita da sempre su queste non è di esse che la “politica della differenza” si occupa. Se il Dogma Centrale è uno strumento usato contro gli uomini non è allora lecito sospettare che anche la sua negazione (per quanto ben dissimulata) venga usata contro di essi? La “politica della differenza” non porterà, insensibilmente ma progressivamente, alla costituzione di un sistema di differenze fondato sulla negazione di quelle maschili? Quali sono le “differenze” maschili?

i Così la femminista M. C. Pievatolo, Sul sesso delle costituzioni: uguaglianza giuridica e differenza sessuale, pagine web personali (www.geocities.com /Athens /Delphi /4293), maggio 2003.

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