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3.5.10 Poligamia

L’istituto della poligamia è bensì estraneo alla civiltà occidentale ma la sua esistenza in altre culture non disturba gli uomini allo stesso modo delle donne. Il femminismo in particolare la dipinge come una delle infinite invenzioni miranti alla schiavizzazione delle donne intendendo che la condizione di moglie in quota sia degradante e disumana, mero strumento sessuale, pura “cosa da usare”. Eppure la condizione di una donna nell’harem non solo non è peggiore, ma anzi è di gran lunga preferibile a quella della moglie, lo giura il femminismo per il quale il matrimonio è una istituzione mirata all’asservimento della donna; ma la presenza di altre mogli in casa non ha altro effetto che quello di ridurre il numero delle prestazioni sessuali e di distribuire tra due o più quel servizio che in monogamia ricade su una sola. Considerato che ha molte mogli solamente chi se lo può permettere, sul piano materiale la condizione di moglie in seconda o concubina è di gran lunga preferibile a quella di moglie unica nel senso che sono tutte serve, certamente, ma quelle lo sono part-time. Ciononostante il femminismo aborre la poligamia, benché la sola cosa che una donna perda in tale stato sia l’esclusività del rapporto con l’uomo (il suo padrone) glissando sul fatto che anche la gelosia deve avere origine culturale (come infatti si giurava nel Sessantotto).i

E’ poi vero che anche in Occidente esiste e si estende la poligamia con la piena approvazione del femminismo, anche qui gli uomini possono avere molte donne ma anziché nello stesso tempo, in successione: molte donne tutte insieme è male, molte ma una alla volta è bene e lo è perché così piace alle donne Occidentali, là sta la misura del bene e del male per imporre i quali si è costrette a negare l’esistenza di una serie di benefici che, in determinati contesti, la poligamia garantisce alle stesse donne (oltre a quelli citati). Nelle società agricole laddove esistano maschi che non possono mantenere una moglie ci sono allora femmine senza alcuna possibilità di sostentamento e quell’istituto ha l’effetto di sottrarre alla miseria un certo numero di esse altrimenti votate alla fame o spinte alla prostituzione. Non è casuale poi che, in genere, dove vige la poligamia la prostituzione sia vietata e lo è perché può esserlo. Sono semmai i maschi, che possono restare senza nessuna, a poter giudicare cattiva quell’istituzione.

i Benché oggi non si trovi un solo ex-sessantottino disposto a confessarlo, la gelosia era intesa come espressione della cultura piccolo-borghese (“possesso esclusivo”) e come tale veniva etichettato chiunque ne mostrasse i segni. La sua origine naturale era tabù; oggi quel problema è svanito.

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