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4.2.9 La "fine" del femminismo

E’ ormai un luogo comune quello secondo il quale vivremmo nell’era post-femminista dal momento che il femminismo avrebbe sostanzialmente raggiunto i suoi obiettivi mentre per quei pochi che ancora rimangono sarebbe solo questione di tempo. Quella grande ondata, dopo aver sfondato la diga della storia, scorrerebbe ora tranquilla verso il mare della parità e dell’equo potere che prima o poi sarà raggiunto (un fatto ‘gravitazionale’) e non essendovi più alcuna diga da abbattere la lotta frontale può dirsi conclusa.

Quella fine sarebbe poi comprovata dalla totale scomparsa delle femministe, quelle donne che si dichiarano esplicitamente tali. Non se ne trova più una, è una cosa fuori moda, un anacronismo imbarazzante. La resa incondizionata degli uomini ha aperto la strada alle vittoriose armate dell’Autoamore, il territorio dell’etica è sotto amministrazione femminile e l’esercito può essere congedato. Basta la psico polizia, ora. 

Proclamiamo dunque l’era postfemminista così da una parte ci gonfiamo di orgoglio per la vittoria e dall’altra rassicuriamo gli uomini e li aiutiamo a non vedere che, scomparse le poche femministe professanti, quasi tutte le donne sono diventate femministe praticanti e che a quello teorizzante è subentrato il femminismo reale, camuffamento a portata di mano giacché “…sono tanto semplici li uomini e tanto obediscono alle necessità presenti che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare”.i

i N. Machiavelli, Il Principe, XVIII, 3.

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