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3.2c.5 I Princìpi e la Legge

La visione strumentale del corpo è condizione necessaria anche per la nascita dei princìpi e dell’idea della sovranità della Legge, creazioni da sempre attribuite alla maschilità, attributi confermati (con l’epiteto di “ossessione”) dalla stessa GNF. Un principio non è altro che una idealità rispetto alla quale si è disposti a pagare, a sacrificarsi e a morire, a perdere il corpo ed il primato della Legge comporta la sottomissione ad essa dei nostri interessi, non di quelli altrui, dei nostri. Un principio è esattamene qualcosa di fronte a cui ci si piega e del quale si diventa strumenti, non uno strumento esso stesso, qualcosa che vale più del corpo e la stessa spiritualità maschile non è altro che la conseguenza di questa subordinazione. Con ciò non si sta dicendo, come vorrebbe la tradizione, che lo Spirito valga più della Materia o che le sia sovraordinato; non può entrare in queste pagine il virus del confronto sul ‘più’ e sul ‘meno’ delle due parti del mondo.i
 
Nondimeno, giunti a questo punto, si è spinti ad ammettere che l’esistenza del mondo richiede tanto cura e manutenzione quanto coraggio e intrepidezza, tanto le qualità del femminile quanto quelle del maschile, ovvietà che fu vera agli occhi di tutti nel passato e che forse tornerà ad esserlo in futuro, ma che la GNF ha proclamato falsa. Se e quando l’ideologia femminista sarà stata sconfitta, allora si potrà ragionare delle rispettive qualità, doti e valori, allora l’Occidente sarà guarito dal delirio del confronto sul più e sul meno, sul meglio e sul peggio delle due parti del mondo. D’altro canto, se si riconosce che le qualità maschili sono necessarie all’esistenza del mondo come affermare poi che gli uomini sono inutili? Eppure è necessario che il loro valore sia reso prossimo allo zero, anzi vi è un campo nel quale valgono ancor meno, per dir così, la metà di zero.

i Questa gerarchia ha molti riflessi. Tra gli altri, sull’onore: nel corpo le une, nella parola data (un’idealità) gli altri, perciò un uomo che manchi di parola diventa un mezzo uomo mentre una donna sleale e menzognera non perde nulla di sé. Sull’autoironia: questa è un mettersi in gioco, un mettere a repentaglio la propria posizione nel mondo, un rischio che, in quanto tale, esige la disponibilità a perdersi ed infatti è di polarità maschile.

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