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2.7.9 Responsabili del bene, irresponsabili nel male

Le leve del potere sono state e sono nelle mani degli uomini perciò sono essi i responsabili dell’andamento del mondo tanto nel bene quanto nel male. L’intera storia sarebbe esclusivamente storia maschile con tutta la sua lunga catena di orrori ma al tempo stesso, inevitabilmente, anche con tutto ciò che essa ha prodotto di buono, di bello e di grande. Questa banale conseguenza assegna però al genere femminile un ruolo meno ancora che irrilevante, quasi nullo, perché la storia sarebbe così un palcoscenico nel quale le donne avrebbero avuto tutt’al più il ruolo di fugaci comparse. Un simile quadro risulta del tutto improponibile dal momento che confermerebbe la costruzione deformata della storia compiuta dalla storiografia maschile secondo la quale il contributo femminile alla creazione delle Civiltà sarebbe minimo mentre per la GNF è vero il contrario, avendo le donne “ricostruito di notte quella Civiltà che i maschi distruggevano di giorno”.i Se il genere femminile fosse senza un passato come potrebbe aspirare a governare il futuro? Di qui la necessità di affermare che le donne hanno avuto un ruolo decisivo nella storia, ancorché negato e stravolto dalla storiografia maschile ed esercitato in forme diverse da quelle che la lettura tradizionale riesce a vedere, un contributo invisibile e negletto ma immenso. 
 
Alle donne va assegnata una parte decisiva nella creazione e nella conservazione delle Civiltà, ma non nella causazione degli orrori che la storia ha portato con sé. Le donne hanno subìto le guerre, con tutte le loro devastazioni e massacri, hanno patito la straordinaria serie di violenze, soprusi e discriminazioni a loro danno che costellano il passato, come anche il presente, ma ovviamente non ne sono state la causa. Da tutto questo segue che chi detiene il potere può fare del bene e del male e chi invece non ha poteri può fare solo del bene. Viene così confessato inoltre che la storia non è costituita solamente dalla sua parte visibile, ma che ne esiste una, non meno importante, solamente più difficile da scorgere, vi è in essa il tessuto invisibile dell’opera positiva femminile mentre non ne esiste uno negativo corrispondente; la GNF è il racconto di quel bene e la storiografia femminista sta tracciando la mappa della rete che salva il mondo. 
 
Nasce in questo modo una nuova forma di responsabilità, impensata e stupefacente, una responsabilità asimmetrica: le donne sono responsabili del bene e nel bene ma non nel male e del male. Inaudita forma di responsabilità unidirezionale fondata ad un tempo sull’innocenza storica nel visibile e sulla centralità dell’opera femminile nell’invisibile che lascia increduli e stupefatti e proclama una verità nuova e sorprendente: impotenti nel male, potentissime nel bene.

i Diotima, Oltre l’uguaglianza, op. cit, p. 129.

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