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3.4.2 Quattro cassonetti

Se io volessi legittimamente negare all’altro il diritto di raccontare la sua esperienza ed evitarmi l’obbligo di credere al suo racconto avrei davanti a me quattro possibilità. La prima consiste nell’affermare semplicemente che il suo racconto è falso, che egli non descrive la sua vera esperienza ma che invece mente con lo scopo di condizionarmi. Dirò allora che egli non parla di ciò che prova veramente ma di quel che è nel suo interesse farmi credere e che perciò il suo racconto è privo di fondamento. La seconda consiste bensì nel riconoscere che il suo racconto è vero ma che le sofferenze di cui parla sono dovute all’educazione cui è stato sottoposto, ai suoi pregiudizi, alla sua errata concezione del mondo e concluderei - correttamente   che ciò che lo disturba deriva da lui stesso. Gli direi che sono problemi suoi e che perciò il suo male non mi è opponibile. Un terzo modo per azzerare il valore del suo racconto, pur senza dichiararlo falso, consiste nel comparare i mali di cui parla e che mi chiamano in causa con quelli che io ho patito o patisco a causa sua. Soppesando torti, ingiustizie, slealtà, offese, prevaricazioni, discriminazioni, ricatti, sfruttamenti, maltrattamenti e tutte le tipologie del male che gli umani possono farsi reciprocamente non mi sarebbe difficile fargli notare che il male che egli patisce da me non è superiore a quello che io ho subìto e subisco a causa sua e che pertanto, ai fini della mia responsabilizzazione, quel suo racconto non ha alcun valore. Se poi io mi trovassi a disporre di una storia quale quella contenuta nella GNF potrei tacitare il mio interlocutore rappresentandogli l’assoluta incomparabilità dei reciproci torti. Ma vi è ancora un modo per annullare il racconto altrui, più sottile e profondo, che consiste nel rovesciare contro il mio avversario quei mali che egli in effetti patisce a causa mia, significandogli però che sono necessari ed inevitabili, anzi attesi e sperati perché derivanti dalla sua opposizione ad un mutamento personale e collettivo il cui avvento rappresenta un obiettivo buono e giusto per tutti.

Queste sono le vie attraverso le quali si giunge alla negazione radicale del racconto altrui, questi sono i quattro cassonetti nei quali viene gettata l’esperienza maschile e ridicolizzato il valore delle parole degli uomini. Questi sono i chiavistelli che tengono chiusa la bocca degli uomini, precondizione per l’espansione illimitata del potere femminile, qui le cause del loro silenzio e di quel groppo alla gola che provano quando, bersagliati dalle accuse e dalle condanne, sentono che è ora di parlare ma sanno che la loro esperienza, quando venisse raccontata e gridata, si ritorcerebbe contro di loro. Falsi o irrilevanti, incomparabili o necessari sono i mali che patiscono; falsi o irrilevanti, incomparabili o necessari sono costrizioni e limiti, controlli e repressioni, imposizioni e coercizioni, obblighi e doveri, pesi e responsabilità. Irrilevante il loro racconto, falsa la loro verità.

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