Nella primavera del 2000 le donne dello stato canadese dell’Ontario hanno ottenuto il diritto di girare per le strade seni al vento. La cosa piacerà a molti e forse metterà a disagio alcuni, ma questo non ha importanza. Tanti o pochi che siano, grande o piccolo che sia il disturbo recato agli uomini catturati dalle tette delle concittadine, tutto ciò è irrilevante. Se poi qualcuno giudicasse oltraggioso e sleale quel comportamento e lo denunciasse come strumento di speculazione del genere femminile finalizzato ad impossessarsi dell’attenzione (cioè della mente e delle emozioni maschili), a tenere sotto controllo ed in tensione emotiva tutti i maschi di Toronto, le sue parole non avrebbero alcun peso. Egli infatti parlerebbe dell’esperienza degli uomini, dei disagi degli uomini, denunciando i quali vorrebbe imporre limitazioni al comportamento femminile, ossia negare il diritto femminile a vestire come alle donne pare e piace. Una limitazione di un comportamento femminile dannoso sì, ma per quella parte dell’umanità i cui mali valgono zero.
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