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4.1.3 Il maschio pentito

Ci si può ragionevolmente chiedere se la condizione maschile attuale sia davvero quella che stiamo tratteggiando o se non si stia invece procedendo alla sua drammatizzazione, sul calco di quella autovittimizzazione che le donne praticano da decenni e che tentiamo di svelare e denunciare sin dalla prima pagina. Balza subito agli occhi il fatto che lo stesso sospetto, il timore di caricare le tinte, non ha mai adombrato il mondo femminile nella sua denuncia dei mali presenti e passati patiti a causa degli uomini, là nessuno scrupolo, nessuna paura di eccedere o di mentire. Questo tipo di atteggiamento autocritico è infatti peculiare di coloro che sono in grado di allontanarsi da se stessi e di soppesare quel che sentono, fanno e dicono, appartiene alle polarità maschili ed è una delle cause per le quali i maschi prendono sul serio quel che le donne dicono di essi a preferenza di quel che essi stessi dovrebbero raccontare di sé. La vera condizione degli uomini non può perciò essere nota perché sin qui essi non hanno ancora incominciato a descriverla. Quanto sia vicina a quella che stiamo delineando è cosa che potrà essere stabilita solo dalle generazioni maschili future, non certo dagli uomini né, tantomeno, dalle donne contemporanee. Spetterà ai maschi del futuro stabilire quale fosse la condizione umana di coloro che vissero in una stagione storica nella quale fece la sua comparsa e si diffuse quella condizione morale e psicologica collettiva che generò una nuova tipologia di uomo: il maschio pentito.

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