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3.2b.3 Vana prestanza

Quando e dove si prevede che la macchina sostituirà la persona, nello stesso istante si sente che è questa a sostituire provvisoriamente la macchina e che il suo rimpiazzo è solo questione di tempo. Non è il valore dell’azione umana che si trasferisce a quello della macchina, ma, al contrario, è il disvalore di questa che si proietta sugli umani. E’ quel che accadrà alle donne quando la gestazione in uteri artificiali diventerà una realtà. Di più, è quel che è già accaduto in tempi recenti allorché venne annunciato il primo abbozzo di utero artificiale, notizia che scatenò immediate (e ben fondate) reazioni da parte femminista, giacché tocca le donne nel punto capitale, nel cuore del loro potere: “E’ una devastazione”, “Si vuole creare un mondo di soli uomini”.
Le fauci dell’Insenso sulla grande Matrice.i

Questa nientificazione prodotta dalle macchine è l’esperienza che moltissimi uomini provano vedendo entrare nelle fabbriche i macchinari destinati a sostituirli, ridicolizzandone le fatiche e vanificandone le abilità. La svalorizzazione della fatica maschile non ha però avuto inizio in questi anni, è infatti coeva all’espansione dell’industria leggera ed alla nascita della società postindustriale. La potenza del corpo maschile, la sua straordinaria capacità di resa che trova nella muscolatura la sua espressione fisica e simbolica ha subìto una tale svalorizzazione che il maschio muscoloso è diventato ormai oggetto di canzonature e motteggi. Anche in questo caso si manifesta quella legge universale secondo la quale è apprezzato ciò che è utile e smette di esserlo quando diventa inutile.

Negli ultimi anni tutta l’iconografia del maschile ha visto la totale scomparsa del pelo, non solo dal torso, ma anche dalle ascelle. Tutte le immagini del corpo maschile presentano uomini completamente glabri, tanto in pubblicità quanto fuori di essa e ciò non solo sulle riviste femminili e su quelle generiche, ma anche su quelle maschili, la più diffusa delle quali, “Men’s Health”, offre regolarmene un campionario sorprendente di maschi perfettamente depilati, (...adolescenti?). Segnalavo ad una intervistatrice il singolare fenomeno e quella rispondeva: “Ma si capisce! Non è di buon gusto”. Non è più di buon gusto, né qui né altrove tanto che il primo ministro britannico Tony Blair qualche anno fa invitò i maschi dei Comuni a tagliarsi barba e baffi con una motivazione che si fondava appunto su questo nuovo galateo. Niente testimonia della svalorizzazione della prestanza fisica del maschio quanto questa singolare trasformazione del gusto, mutamento che è effetto diretto, inevitabile, della sopraggiunta inutilità delle sue prestazioni fisiche. Il genere femminile ha dunque percepito, molto correttamente, che la forza fisica maschile non è più decisiva ed ha imposto il suo nuovo canone estetico agendo poi capillarmente per la progressiva ridicolizzazione dei comportamenti maschili incentrati sulla prestanza del corpo. 

Nella ricerca affannosa di un qualche residuo di valore da gettare sulla bilancia, gli uomini finiscono poi regolarmente col ricordare i cantieri e le miniere ma il valore delle fatiche maschili è stato minimizzato ed alla fine annullato sulla base della seguente ragionevolissima considerazione. E’ ben vero che ancor oggi in molti ambiti gli uomini si accollano in via esclusiva rischi, fatiche e sporcizia ma è anche vero che le donne non possono fisicamente fare tutto quel che fanno gli uomini perciò ricade su questi l’obbligo di lavorare là dove le donne non potrebbero. Si tratta di un dovere che, in quanto tale, non può fornire alcun titolo di merito come è vero che il padre non può vantarsi di fronte al figlio per il fatto di anticiparlo nei pericoli e nelle responsabilità. Non può formare motivo di benemerenza il fatto che gli uomini lavorino in miniera e le donne no dal momento che neppure il Nazismo si spinse sino al punto di mandarvele. Dovere: niente più del proprio obbligo morale.


i Si tratta di sperimentazioni in corso presso il CRMI (Centre for reproductive medicine and infertility) della Cornell University - NY, condotte da un team guidato dalla dr.sa Hung-Ching Liu.

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