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3.5.13 Il caso dell'omosessualità

Gli omosessuali, i cui movimenti nacquero a ruota del femminismo contemporaneo, combatterono le loro battaglie iniziali contro il pregiudizio eterosessuale secondo cui l’omosessualità è l’esito di una degenerazione genetica, una tara ereditaria, una sorta di mostruosità originatasi da errori riproduttivi come lo è il nascere focomelici. “Omosessuali si diventa, non si nasce” fu questo lo slogan usato per vent’anni a significare che l’omosessualità non è né una tara né una malattia. Con questo principio gli omosessuali affermavano la loro piena appartenenza al genere umano al pari di chiunque altro, la possibilità per chiunque di diventarlo (il che poteva anche impaurire molti), il diritto al rispetto per ciò che essi sono e che provano, la fine delle discriminazioni. 

La psicogenesi dell’omosessualità era un assioma, poi, lentamente e insensibilmente, una volta imposto alla società il principio che gli omosessuali hanno il diritto di esistere e di vivere a modo loro, pur nella permanenza di molte avversioni, qualcuno incominciò ad utilizzare i dati della biologia molecolare per sostenere che quella è una condizione che può anche essere naturale, ereditata alla nascita e ciò con il fine di provare che essa ha il diritto di stare al mondo ed ha lo stesso valore dell’eterosessualità, entrambe creazioni della natura e perciò buone e legittime.i Anzi, in questo modo si è potuto fondare su solide basi il valore della specificità della condizione omosessuale e perciò l’originalità irriducibile dei modi di sentire, di pensare e di essere del terzo sesso e quindi il rilievo che esso può avere nel descrivere ed orientare le cose del mondo, non più inteso come semplice miscela dei due Generi prevalenti. L’adozione di due diversi principi non ha portato alcuno svantaggio al movimento omosessuale, anzi da entrambi trae giovamento. Qui l’approccio naturalista è venuto dopo quello culturalista, ma non lo ha sostituito tanto che mentre sulle pagine di un giornale è possibile leggere che l’omosessualità è una condizione psicoemotiva di origine biografica, nello stesso tempo via radio si può ascoltare l’affermazione contraria. Si può prevedere che, quando l’omosessualità sarà totalmente accettata e diventerà una condizione esistenziale umana al pari delle altre, non si sentirà più parlare né della sua origine culturale né di quella naturale.

Con riguardo al diritto degli omosessuali a vivere in piena dignità ed a contribuire secondo le loro determinazioni alla definizione del mondo che differenza può fare infatti l’origine di quella loro condizione? Questo caso comprova che i princìpi e le verità scientifiche, quando entrano nell’arena dei valori e vengono usati per il rafforzamento delle ragioni di un gruppo umano e l’indebolimento di un altro, hanno il ruolo di strumenti da impiegare sin dove se ne vede l’utilità. Quel che da sempre sospettiamo.

i Dean Hamer del National Cancer Institut of Bethesda, intervista a Pablo Jauregui, “El Mundo Salud”, 25.04.1999, p. 3.

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