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4.2.3 Una questione transpolitica

Se le cose stessero così ogni problema sarebbe risolto nel senso che la questione maschile non potrebbe nemmeno porsi, non esisterebbe in quanto tale. Si tratterebbe infatti solamente di un sintomo dei tanti guasti (un ramo della malapianta rossa) derivanti dalla democraticizzazione, dalla modernizzazione, dalla americanizzazione, dalla secolarizzazione, etc. (a seconda dei tagli di lettura) che stanno distruggendo l’Occidente. Sradicata quella pianta (già un bel po’ rinsecchita), anche questo tassello tornerebbe al suo posto ed i maschi ritroverebbero i loro antichi “ruoli” e ricostituirebbero la loro perduta “identità”. 
 
In questo quadro, ignari di quel che fanno, volenti o nolenti, gli uomini in azione starebbero lavorando per la Destra e si tratterebbe perciò di catturarli, di appropriarsi delle loro ragioni, delle loro parole, della loro elaborazione intellettuale, trasformando la questione maschile in una bandiera di quella parte politica. Simmetricamente, visto da Sinistra, il nascente movimento maschile non sarebbe altro che un insieme di nuovi “utili idioti” questa volta al servizio delle “nefaste sorti e regressive” anziché del dio Progresso. 
 
Al contrario, aboliti aborto e divorzio, ricondotte le donne ai fornelli ed alla riproduzione (nei limiti del possibile) risolti d’un tratto il problema demografico, quello educativo e quello del ruolo paterno, ripristinati gli antichi valori, tutto tornerebbe allo statu quo ante, allo stato “naturale”. Questo è il progetto della Destra tradizionalista. Non interessa sapere se un simile programma sia realizzabile, quel che conta è che questa posizione coincide esattamente con la negazione dell’esistenza di una questione maschile autonoma, originaria, autofondata, irriducibile ed irreversibile e afferma l’impossibilità stessa che possa mai esisterne una. Essa nega per gli uomini quel che invece è già realtà per le donne: la trasversalità, la transpoliticità della questione maschile simmetrica e speculare a quella femminile. Nega come possibile quel che, in nuce, è già attuale. Ma non è tutto.

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