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2.1.2 Cosa comporta per gli uomini

Se quel racconto fornisse agli uomini la stessa forza, la stessa innocenza, lo stesso onore, la stessa certezza della loro importanza ed utilità, se garantisse loro la stessa sicurezza e la serena convinzione di meritare il futuro non vi sarebbe ragione per la quale ogni uomo non la dovrebbe adottare. Ma la GNF non dice agli uomini ciò che dice alle donne, non parla né della loro innocenza, né del loro onore, né della loro utilità, al contrario, racconta la storia della colpa, della vergogna e del disvalore maschili. Parla non del diritto degli uomini di stare al mondo ma prefigura quasi una loro condizione di indegnità morale ad esistere alla quale possono porre rimedio soltanto con quella radicale trasformazione interiore che va sotto il nome di conversione

Sembra dunque che all’innalzamento dell’una debba corrispondere l’abbassamento dell’altro, all’onore di una parte la vergogna dell’altra, al Senso di un Genere, l’Insenso dell’altro. All’innocenza di mezza umanità la colpevolezza dell’altra metà come se fosse impossibile stabilire una condizione nella quale tutti possano sentirsi importanti, innocenti, onorati e degni di vivere. Si vorrebbe smentire la sconsolata osservazione di Machiavelli, laddove disse: “Così vanno le cose nel mondo che non appena gli uomini si liberano della paura subito incominciano ad impaurire gli altri e gettano loro addosso senza indugio quella stessa ingiuria, quel medesimo oltraggio che respingono da sé, come se fosse necessario, come se non si potesse fare altrimenti che offendere o essere offesi”.15 

Vien da chiedersi perché mai un tale stato di equilibrio non si possa finalmente stabilire tra le diverse parti dell’umanità; certo è che sin qui non lo si è visto come è certo che il racconto femminista non parla né dell’importanza, né dell’innocenza, né della dignità degli uomini. Non vi è traccia di alcunché di simile nella GNF e ci deve essere allora qualcosa di oscuro che ne vieta la presenza perché se fosse stato possibile alle donne occidentali creare un racconto capace di onorare le une senza disonorare gli altri, di celebrare una parte senza umiliare l’altra, lo avrebbero senz’altro costruito. Ma non è stato così. Infatti, considerato l’insieme dei delitti di cui la storia è piena, l’incrollabile fede nella propria innocenza non poteva essere fondata su altro che sull’addossamento della responsabilità e della colpa all’altra parte, l’occupazione dello spazio nella mente dell’umanità non poteva essere ottenuta in altro modo che riducendo nella stessa misura quello sin qui occupato dall’Altro, la liberazione dalla vergogna non poteva non tramutarsi in carico di disonore per colui che è stato coscientemente costruttore e per millenni difensore di un ordine morale che faceva dell’oltraggio un metodo e dello stupro uno strumento. La fine della propria paura non poteva non significare l’inizio dell’inquietudine per colui che sin qui ha agito senza confini, senza freni contro la volontà altrui. Colpa, vergogna, paura e Insenso per gli uomini sono il necessario contraltare dell’innocenza, dell’onore, della sicurezza e del Senso per le donne. 

Questa è dunque la portata della GNF che quel racconto ovviamente non può rivelare. Con lo stabilire la colpevolezza maschile e nello stesso tempo la propria speculare innocenza le donne occidentali si sono costituite giudici degli uomini ed arbitre inappellabili del bene e del male universali.

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